Secondo seminario sull'utilizzo dei microrganismi in agricoltura
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La fertilità del suolo è data da una corretta combinazione di proprietà fisiche, chimiche e microbiologiche che interagiscono tra di loro. Attraverso la conoscenza dell'aspetto microbiologico del suolo si arriva a comprenderne la salute, il livello di stress e, eventualmente, il suo livello di degradazione. Oggi un gran numero di ecosistemi è esposto al rischio di un progressivo deterioramento della capacità produttiva a causa sia di un'eccessiva pressione demografica che di usi e pratiche agricole non sostenibili (nonostante si faccia un gran parlare di sostenibilità).
L'eccessivo uso di pesticidi a livello globale ha contribuito in modo sostanziale ad un degrado degli ecosistemi terrestri e idrici dai quali la produzione alimentare dipende. Secondo l'Unep (United Nations Environment Programme), ogni anno si perdono, fino a 50mila km2 di terreni. In questo modo ogni anno il pianeta perde circa 24 miliardi di tonnellate di suolo arabile, con un costo che supera mediamente i 40 miliardi di dollari di produttività all'anno.
Negli anni i concimi minerali hanno assicurato sempre buone produzioni e compensato il deficit organico del suolo, ma questo non è sufficiente. Infatti, con il progresso del mondo biotecnologico oggi è possibile migliorare e ottimizzare la componente fertilità del suolo in modo da ottenere i migliori risultati. Nel suolo i microrganismi espletano azioni molto importanti, e possono essere utilizzati come bio-fertilizzanti, bio-attivatori e bio-protettori. In particolare i microrganismi agiscono producendo una vasta gamma di enzimi utili per rivitalizzare il suolo.
Per favorire questi effetti i laboratori Microspore hanno sviluppato un complesso ad elevata concentrazione di microbi multitasking del suolo (batteri PGPR e funghi). Questi microrganismi promuovono il rilascio di fitormoni, come le auxine, nella rizosfera, e stimolano la moltiplicazione, la distensione cellulare e lo sviluppo radicale. Inoltre aumentano la disponibilità di nutrienti nel terreno, in particolare di fosforo e microelementi (ferro, manganese, zinco, ecc.). Uno dei modi più comuni che i microrganismi adottano per migliorare nelle piante l'assorbimento di sostanze nutritive è la modifica dei livelli degli ormoni vegetali andando ad influire sull'architettura radicale, aumentandone la massa e la ramificazione, e facendo aumentare la quantità di peli radicali. In queste condizioni si verifica anche un incremento in volume dell'apparato radicale e di conseguenza viene migliorato l'assorbimento di acqua e degli elementi nutritivi.