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Sardegna: pomodoro da industria, i produttori sul piede di guerra

"Entro tre anni non riusciremo più a coprire le spese". Il grido d'allarme arriva da Priamo Picci, vice presidente di Coldiretti Cagliari e presidente della cooperativa agricola Arpos, insoddisfatto del prezzo raggiunto dal pomodoro destinato all'industria conserviera. "Importo da tre anni bloccato dall'unico stabilimento di trasformazione presente sul territorio, e ormai insufficiente a ripagare costi di esercizio e investimenti".

Eppure gli agricoltori sardi (70 le aziende attive, tutte socie della Arpos) grazie ai 12,20 euro con i quali viene pagato ogni quintale di prodotto, possono vantare le quotazioni più remunerative d'Italia, ben più alte degli 8,52 euro concordati nel resto del Paese tra imprenditori e industriali. "Va detto che in Sardegna garantiamo una qualità superiore - spiega Picci - compensata anche da spese più onerose per mandare avanti un'azienda. E così il bilancio alla fine di ogni raccolto stenta a raggiungere il pareggio. Considerato che perdiamo circa il 5% dei ricavi a ogni stagione presto saremo costretti a chiudere".

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Data di pubblicazione: