Italia, bilancia commerciale della frutta fresca in attivo
Fonte: elaborazioni Ismea su dati Istat
Per quanto concerne i prodotti più esportati, nel 2016 si è verificata una riduzione delle esportazioni delle mele (-8,3% in quantità e -4,3% in valore, su base annua). Significativi cali delle esportazioni sono stati registrati anche per ciliegie, pesche e nettarine. Di contro, pere, uve e kiwi hanno segnato una ripresa delle esportazioni rispetto al 2015. Variazioni positive sono state registrate anche per angurie, ananas, susine, fragole e meloni.
Fonte: elaborazioni Ismea su dati Istat
Nel 2016, i Paesi dell'Unione europea si confermano i principali mercati di sbocco delle esportazioni italiane di frutta, assorbendo il 76,8% del valore complessivo e registrando un incremento dell'1,6% rispetto al 2015. Di contro, si è leggermente ridotta la quota in valore appannaggio dei mercati extra Ue, scesa dal 23,6 del 2015 al 23,2% del 2016. Riguardo gli sbocchi verso i Paesi terzi, anche in concomitanza con situazioni di instabilità politico militare che hanno interessato alcune regioni del globo e, in particolare, i paesi dell'Africa settentrionale si è verificato un crollo delle esportazioni italiane di frutta verso quest'area (-43% in valore su base annua). L'Egitto che nel 2015 aveva conquistato il primo posto tra gli sbocchi extra Ue, superando anche la storica leadership della Svizzera, ha registrato un crollo del 36% in valore.
In termini relativi, il risultato conseguito da Libia e Algeria è ancora più negativo, rispettivamente -47% e -59%. Di contro, contemporaneamente, si registra l'aumento delle spedizioni verso Medio Oriente (+11% in valore), America meridionale (+127%), Asia Orientale (+14%), Asia Centrale (+23%) e Oceania (+11%). A livello di singoli Paesi si segnala la ripresa delle esportazioni verso la Svizzera (+6,5%) che è ritornata ad essere il primo sbocco tra i Paesi extra Ue. Nell'area medio orientale, primeggiano Arabia saudita (+14%), Emirati arabi uniti (+4%), Giordania (+11%) ed Israele (+88%).
In America meridionale, spicca la performance del Brasile che ha aumentato le importazioni dall'Italia del 147% in termini di valore, con gli incrementi delle forniture di mele e kiwi. Nell'area nordamericana, si segnalano gli incrementi di Usa (+24%) e Canada (+14%), grazie alle esportazioni di kiwi. Nella regione dell'Asia orientale, sono aumentate le spedizioni di kiwi verso Cina (+23%) e Taiwan (+28%). In Asia centrale è cresciuto il ruolo dell'India (+25%), grazie alle importazioni di mele e kiwi, mentre in Oceania sono aumentate le spedizioni verso l'Australia (+13%).
Fonte: elaborazioni Ismea su dati Istat
Per quanto concerne i prodotti maggiormente importati, nel 2016 si è verificato un aumento delle importazioni di banane e ananas, rispettivamente +4,9% e +1,4%, su base annua. Incrementi rilevanti sono stati segnati anche dagli arrivi di fragole (+6,6% rispetto al 2015), kiwi (+11,3%), avocado (+28%) e ciliegie (+45%). Di contro, le importazioni di pere, pesche, nettarine, uve e meloni hanno subito un rallentamento.
Per quanto riguarda le importazioni, i mercati di approvvigionamento sono soprattutto quelli extra europei in quanto i prodotti maggiormente importati dal nostro paese sono la frutta tropicale (banane e ananas su tutti) e la frutta di controstagione (kiwi, uva, pere, mele, eccetera). Nel 2016 le importazioni dai Paesi extra Ue sono cresciute dello 0,6%, in termini di valore e la relativa quota sulle importazioni complessive di frutta è aumentata dal 52,8% del 2015 al 53,2% del 2016. Di contro, le importazioni dai paesi dell'Ue ammontano al 46,8% di quelle complessive e sono diminuite dello 0,9% in termini di valore.
A livello di paesi fornitori, la Spagna detiene il primato con una quota in valore del 22% delle importazioni di frutta. Seguono Costarica (19%), Colombia (+9%), Francia (7,7%), Paesi Bassi (7,5%), Ecuador (7,4%), Germania (3,6%), Cile (3,4%) ed Argentina (2,7%).