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Mercati all'ingrosso e Gdo, collaborare e' possibile

Pubblicata pochi giorni fa la newsletter di Andmi, l'Associazione dei direttori dei mercati ortofrutticoli, guidata dal presidente Pietro Cernigliaro. Fra i vari spunti interessanti, vi è quello del direttore di Treviso Mercati, Riccardo Pastore, sul tema dell'interazione fra mercati all'ingrosso e Grande distribuzione organizzata.



"I mercati ortofrutticoli - dice Pastore - possono diventare partner della Grande distribuzione, ma devono discostarsi dal concetto tradizionale di riferimento per il dettaglio tradizionale ed effettuare un salto qualitativo cogliendo l'opportunità di un cambiamento strutturale e organizzativo, diventando non solo un polo logistico ma anche merceologico ed entrare in una logica di supply chain management o gestione della catena di distribuzione".

Da una recente indagine di Andmi è emerso che i mercati all'ingrosso sono 137 fra grandi, medi, piccoli e piccolissimi. Forse c'è troppa frammentazione e questo provoca distorsioni nell'offerta e nell'efficienza del sistema.



"La vera evoluzione gestionale del Mercato - precisa Pastore - in un contesto distributivo, deve avere una visione moderna della logistica che prenda in considerazione tutti i flussi, sia di prodotto che di informazioni, in un'ottica di processo unitario e qualitativo, in termini di controllo, coordinamento e garanzia di prodotto".



Come dice il direttore, se da un lato è vero che la politica commerciale di acquisto della GD è tesa verso un approvvigionamento diretto dalla produzione, è anche vero che questa politica deve basarsi su un regime di programmazione, di garanzia di volumi e di standard qualitativo. Ma il mondo agricolo, in quanto soggetto agli eventi atmosferici mitigabili solo in minima parte (protezione delle colture con serre e tunnel) non sempre può rispondere a queste esigenze, obbligando i principali attori del mercato a continue integrazioni da altre fonti di approvvigionamento.

Tutti i vari cambiamenti a cui stiamo assistendo in realtà partono dalle mutate esigenze dei consumatori. In fondo, chi detta i cambiamenti è proprio lui, il consumatore (maschio o femmina che sia), con le proprie abitudini, con i propri stili di vita, con la necessità di consumare frutta snack alle 11 del mattino oppure prepararsi un'insalata di IV gamma alle 21, dopo il lavoro.

E' il consumatore che, non avendo più tempo per fare la spesa in 4 o 5 negozi diversi, perché in famiglia entrambi i coniugi lavorano, ha chiesto la concentrazione dell'offerta, intesa come paniere della spesa. E in che modo, l'ha chiesta, facendo una domanda scritta? No, semplicemente recandosi sempre di più nei supermercati in grado di offrire tutto rispetto alla "processione" lattaio-fruttivendolo-fornaio-macellaio-pescheria che fino 20-30 anni fa pareva una cosa normale.

"Oggi il mercato ortofrutticolo - conclude il direttore nella newsletter di Andmi - è già una realtà in forte cambiamento. E' una realtà orientata alla internazionalizzazione e alla ricerca di nuovi mercati, grazie alla capacità di concentrazione delle merci e alla possibilità di proporre le tipicità del proprio territorio, ma è obbligata all'applicazione di tutte le procedure atte a ottimizzare il controllo dei flussi, così come richiesto dalle più recenti normative relative ai parametri di salubrità, freschezza, etichettatura e packaging".

Contatti:
Pietro Cernigliaro
ANDMI
Email: pcernigliaro@hotmail.it
Web: www.andmi.it