Demenza e ictus, rischio concreto per i consumatori di bibite
Entrambe le ricerche sono state condotte su soggetti arruolati nel Framingham Heart Study's Offspring and Third-Generation, che comprende figli e nipoti dei partecipanti al Framingham Study del 1948.
Il primo studio
Sono state analizzate 4.000 persone sottoposte a risonanza magnetica e a test cognitivi. In quelle che avevano un consumo definito alto, cioè più di due bibite zuccherate al giorno, sono stati trovati diversi segni di invecchiamento del cervello, da un volume ridotto a una memoria peggiore, considerati fattori di rischio per l'Alzheimer.
Il secondo studio
I ricercatori hanno analizzato quante bibite zuccherate e diet erano state bevute dal gruppo tra il 1991 e il 2001, verificando poi se nel decennio successivo c'erano stati episodi di ictus o demenza. Rispetto a chi non assumeva bevande diet, il rischio per chi invece ne consumava una o più al giorno è risultato tre volte maggiore sia per demenza che per ictus.
"Questi studi dimostrano una correlazione, ma non un rapporto di causa-effetto - sottolineano gli autori - Ci sono diverse teorie sul possibile legame tra bibite diet e demenza, ma servono più ricerche".