Iscriviti alla nostra newsletter giornaliera e tieniti aggiornato sulle ultime notizie!

Iscriviti Sono già iscritto

State utilizzando un software che blocca le nostre pubblicità (cosiddetto adblocker).

Dato che forniamo le notizie gratuitamente, contiamo sui ricavi dei nostri banner. Vi preghiamo quindi di disabilitare il vostro software di disabilitazione dei banner e di ricaricare la pagina per continuare a utilizzare questo sito.
Grazie!

Clicca qui per una guida alla disattivazione del tuo sistema software che blocca le inserzioni pubblicitarie.

Sign up for our daily Newsletter and stay up to date with all the latest news!

Registrazione I am already a subscriber

Convegno sul rilancio dell'ortofrutta veronese: la qualita' del territorio come fattore cruciale

Lo scorso 12 ottobre 2018 si è tenuto a Zevio (provincia di Verona) un convegno, molto partecipato, in cui sono stati trattati due argomenti in grado di rilanciare il settore ortofrutticolo dal punto di vista dell'innovazione e della competitività: la ricerca e la sostenibilità ambientale.

Dopo i saluti di apertura del Sindaco di Zevio, Diego Ruzza, e dell'Assessore comunale all'agricoltura Gabriele Bottacini, è intervenuta Veronica Bertoldo, responsabile del settore ortofrutticolo della Regione del Veneto e moderatrice dei lavori del convegno che, nell'introduzione, ha fatto presente come sulla ricerca e sulla sostenibilità ambientale la Regione del Veneto da sempre abbia un occhio di riguardo.

Proprio il Veneto, infatti, è stata la prima Regione italiana, nel 2014, a investire importanti risorse (1.300.000 €) in un progetto di ricerca che si è concluso nel 2016 e attraverso il quale sono state caratterizzate le produzioni ortofrutticole e i loro ambienti di coltivazione.

I risultati analitici - e positivi - sulla qualità intrinseca di prodotti e territori sono stati di notevole importanza, soprattutto rispetto alla necessità del consumatore di ricevere messaggi rassicuranti sulla qualità e salubrità della frutta e della verdura e sulla naturalità degli ambienti in cui le stesse vengono coltivate.

Con questa ricerca, ha proseguito Bertoldo, si è cominciato ad abbandonare la visione di frutta e verdura come semplice cibo, per far apprezzare a produttori e consumatori le opportunità date dalla riconoscibilità dei prodotti ortofrutticoli rispetto ai luoghi di produzione e ai metodi di coltivazione rispettosi dell'ambiente, al fine di valorizzare le produzioni in un progressivo passaggio da "commodity" a "speciality", quindi in un progressivo passaggio da "semplice cibo" a "prodotto con alto valore aggiunto"

Si è capito quindi di aver intrapreso la strada giusta perché per il rilancio e il futuro dell'ortofrutta non si può non tenere conto della relazione tra prodotto e ambiente di coltivazione, tant'è che un prodotto è di qualità solo se proviene da un territorio di altrettanta qualità. 

Questo grave avvenimento . "Dopo il disastro della cosiddetta terra dei fuochi - ha proseguito Bertoldo - che ha marchiato negativamente un territorio come quello campano, da sempre conosciuto come terra fertile per eccellenza, caratterizzata dalla produzione di colture ortofrutticole di qualità eccelsa e rinomate nel Mondo, abbiamo riflettuto sull'impatto della qualità ambientale nei confronti della percezione dei prodotti agricoli da parte del pubblico. Quindi, come Regione, non potevamo rimanere a guardare: ed ecco il senso del nostro progetto avviato nel 2014". 

Dopo questa introduzione, Veronica Bertoldo ha presentato la strategia regionale che le Organizzazioni di Produttori (OP) ortofrutticole saranno tenute a seguire a partire dal 1° gennaio 2019 con la realizzazione dei loro programmi operativi poliennali. Una strategia che risponde appieno alle esigenze manifestate dall'Unione europea che sempre più vuole disporre di un settore intelligente, capace di adattarsi al cambiamento, sostenibile, moderno e competitivo, in grado di offrire valore aggiunto per garantire la produzione di alimenti sicuri, di alta qualità, a prezzi accessibili, nutrienti e diversificati per i propri cittadini. 

La strategia veneta punta su tre misure fondamentali sulle quali la Regione ha previsto delle specifiche Linee di indirizzo alle OP con i requisiti da rispettare per ognuna di esse:

1. ricerca e produzione sperimentale, di assoluta importanza per l'innovazione del comparto ortofrutticolo; 

2. azioni ambientali, per salvaguardare e potenziare la risorsa "ambiente", oltre che per tutelare e valorizzare la biodiversità;

3. promozione e comunicazione, da svolgere in modo efficace e prioritariamente rivolte alla qualità dei prodotti e alla qualità degli ambienti di coltivazione degli stessi in un'ottica di valorizzazione e pubblicizzazione del Made in Veneto, per la promozione integrata del territorio.

II ruolo della ricerca

Il convegno è poi proseguito per far capire che la ricerca scientifica assume ancora più valore quando gli agricoltori si trovano di fronte a nuove fitopatie o ad attacchi sulle piante di nuovi insetti.

A questo riguardo, ci si è focalizzati su una problematica di attualità, ossia sull'invasione della cimice asiatica nel settore agricolo, ortofrutticolo in particolare, e sul prezioso ruolo della ricerca, in quanto c'è la necessità di acquisire conoscenze per attivare le possibili soluzioni di contenimento e le strategie di difesa più opportune, in considerazione degli ingenti danni che questo insetto sta arrecando, essendo anche dotato di un'elevata polifagia (tant'è che si segnalano più di cento ospiti vegetali). 

Vista questa seria problematica sono stati previsti ben due interventi sul tema: dapprima è intervenuto Massimiliano Pasini, ricercatore di AGREA centro studi di Verona, il quale ha spiegato la biologia dell'insetto, il suo ciclo, i danni arrecati alle colture, gli aspetti della biologia che hanno importanza nella lotta contro il parassita, gli ambiti di ricerca attuali in corso in Italia e le possibilità di difesa

Successivamente, ci si è addentrati nello specifico del Veneto con Alberto Pozzebon, professore del Dipartimento DAFNAE dell'Università di Padova, il quale ha illustrato le attività di ricerca messe in atto nel territorio regionale, per far comprendere quanto è stato fatto e quanto si sta facendo anche in attuazione di un progetto di durata biennale finanziato dalla Regione del Veneto a dicembre 2017, proprio per studiare la fenologia dell'insetto, le dinamiche di popolazione e i metodi di gestione dello stesso. 

Con l'ultima relazione del convegno a cura di Mario Pezzotti, delegato alla ricerca dell'Università di Verona, si è illustrato ai produttori come nell'ambito della ricerca ci sia una disciplina, la genetica agraria, che consente di individuare i geni delle piante da modificare per giungere a nuove varietà ortofrutticole, non solo più produttive o con maggiore qualità, ma soprattutto più sostenibili dal punto di vista ambientale. Si è quindi compresa la vitale importanza di comunicare correttamente e diffondere i temi cruciali del rapporto tra la genetica agraria e l'agricoltura per sostenere con forza la componente ambientale.

Dopo gli interventi del pubblico, sostanzialmente concentrati sulla difesa dalla cimice asiatica, ai quali ha risposto il mondo della ricerca, i lavori sono stati conclusi dall'Onorevole Dimitri Coin della Commissione agricoltura del Governo italiano e dall'Assessore regionale all'agricoltura Giuseppe Pan, i quali hanno ricordato le attività in atto e quelle in cantiere, rispettivamente a livello nazionale e regionale, per sostenere un settore strategico come quello ortofrutticolo sia per il Veneto che per l'intero Paese.

Data di pubblicazione: