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Frammentazione: i 4 gruppi principali detengono solo il 9 per cento dell'ortofrutta

Il settore ortofrutticolo è frammentato, questo si sa. Ma quanto è spezzettato? Se ne è parlato nei giorni scorsi durante un convegno organizzato presso FICO a Bologna da Fedagromercati e Italmercati. I dati sono stati elaborati da Cerved. L'esperta Maria Maltese ha affermato che "I primi 4 gruppi del settore ortofrutticolo detengono, insieme, meno del 10% del prodotto. Per la precisione, i dati del 2016 indicano un 9,1%. Nel settore operano circa 3.600 aziende, attive nella lavorazione e commercializzazione di ortofrutta; a queste bisogna aggiungere i produttori presenti direttamente sul mercato".

Un momento del convegno. Al tavolo dei relatori, sulla destra Maria Maltese

Le aziende di grosse dimensioni, siano esser cooperative, consorzi, OP e filiali di gruppi internazionali, sono una ventina. Tutte le altre sono piccole aziende, operanti soprattutto tramite mercati generali e grossisti. La maggior parte degli operatori è di piccole dimensioni ed è localizzata nelle regioni meridionali, pari al 60% circa, con una concentrazione particolarmente elevata in Sicilia, Campania e Puglia. Al sud vi è anche una miriade di piccoli mercati all'ingrosso: la maggior parte dei 142 mercati italiani si trova nelle regioni meridionali.

"Nelle regioni settentrionali operano, invece, le aziende di maggiori dimensioni, le quali si avvalgono, comunque, di partnership con produttori delle aree meridionali, soprattutto per l'approvvigionamento delle varietà tipiche. Il livello di concentrazione risulta in media più elevato nella frutta dove, grazie alla presenza dei consorzi, soprattutto monoprodotto, e delle filiali dei grandi gruppi internazionali le prime otto aziende, nel 2016, detenevano il 25% circa del mercato".

Nella classifica mondiale fra i Paesi esportatori, l'Italia si colloca al settimo posto. La frutta fresca totalizza il 75% circa dell'export
totale di ortofrutta a volume: il prodotto più venduto sono le mele. Nel 2017, la flessione dei volumi ha interessato tutte le famiglie di prodotto a eccezione dell'uva che, nonostante quotazioni in rialzo, ha registrato un aumento delle vendite sia sui principali mercati europei, sia su quelli di recente apertura. La contrazione più significativa è stata registrata dagli agrumi: le varietà più diffuse, Tarocco e Moro, hanno continuato a subire la forte competitività di prezzo delle produzioni spagnole.

"Uno dei maggiori limiti dell'export italiano resta la scarsa presenza nei mercati in via di sviluppo (15% contro il 30%
circa di Francia e Germania). Negli ultimi 10 anni, l'export mondiale di ortofrutta verso l'Ue è cresciuto del 10% circa,
fuori Europa di oltre il 200%" ha concluso Maria Maltese.