Iscriviti alla nostra newsletter giornaliera e tieniti aggiornato sulle ultime notizie!

Iscriviti Sono già iscritto

State utilizzando un software che blocca le nostre pubblicità (cosiddetto adblocker).

Dato che forniamo le notizie gratuitamente, contiamo sui ricavi dei nostri banner. Vi preghiamo quindi di disabilitare il vostro software di disabilitazione dei banner e di ricaricare la pagina per continuare a utilizzare questo sito.
Grazie!

Clicca qui per una guida alla disattivazione del tuo sistema software che blocca le inserzioni pubblicitarie.

Sign up for our daily Newsletter and stay up to date with all the latest news!

Registrazione I am already a subscriber

I mercati valutari in preda alle elezioni francesi

Il cambio Euro/Dollaro sta vivendo una fase di assoluta incertezza, anche in considerazione del tergiversare della Bce che dovrebbe presto prendere alcune decisioni importanti sui tassi.

Per comprendere con esattezza la forza o la debolezza dell'Euro, è utile guardare alla recente performance dell'ETF quotato al NYSE CurrencyShares Euro Trust (vedi immagine sotto).



L'ETF recentemente non è riuscito a rompere la resistenza a 104.80, i massimi del 31 gennaio, e questo evento ha creato un doppio massimo in quell'area prezzo.

Ciò non fa ben sperare per l'Euro-Dollaro, e il mercato ora sarà concentrato sulla Bce per poter confermare o negare la validità di questi ultimi movimenti. La vera questione per il futuro dell'Euro-Dollaro è se la Bce deciderà di aggiungere nuovi pacchetti di stimolo al fine di rafforzare l'area economica dell'Euro. Ci sono degli elementi a sostegno su entrambi i lati, il presidente della Bce Mario Draghi ha espresso la necessità di ulteriori stimoli in diverse occasioni.

Quali sarebbero le conseguenze di una presidenza Le Pen per gli investitori, le imprese e i mercati finanziari globali?
La Francia si prepara alle presidenziali del 23 aprile. Oltre alla leader del Front National, Marine Le Pen, i candidati sono il repubblicano François Fillon, il socialista Benoit Hamon e l'ex socialista Emmanuel Macron, che si presenta alla testa della formazione europeista En Marche!. Se nessuno di loro ottenesse la maggioranza, i primi due andrebbero al ballottaggio il 7 maggio.

Secondo Mark Burgess, chief investment officer per Europa, Medio Oriente e Africa e responsabile azionario globale di Columbia Threadneedle Investments, la reazione immediata dei mercati sarebbe un picco di volatilità per gli asset francesi. Questo perché il programma politico del Front National è incentrato su proposte nazionalistiche e protezionistiche. Compresa una possibile uscita della Francia dall'Unione Europea. Le Pen chiede pieni poteri sul controllo dell'immigrazione e sulla politica economica, due temi che hanno convogliato consensi verso il partito.

Stando ai recenti sondaggi, sottolinea Mark Burgess, i francesi sono sempre più propensi a una Frexit. Le impopolari misure di austerità imposte dalla BCE in seguito alla crisi finanziaria globale hanno aumentato la sfiducia nei confronti dell'Eurozona. Parallelamente, però, molti temono il ritorno del franco. Cosa che potrebbe incidere negativamente su risparmi e mutui individuali. A questo proposito Marine Le Pen ha auspicato un nuovo serpente valutario per minimizzare le fluttuazioni. Un'ipotesi che, secondo Mark Burgess, è forse un po' troppo ottimistica. Senza contare l'impatto negativo di una moneta svalutata sulla possibilità di affrontare i problemi strutturali del mercato del lavoro. Un elemento non irrilevante in un paese in cui la disoccupazione giovanile è ai massimi storici (26,2%).

Elezioni Francia, impatto sui mercati con vittoria Le Pen
Una vittoria di Marine Le Pen accrescerebbe la probabilità di un abbandono dell'Euro da parte della Francia. Per cui è probabile un netto ampliamento dello spread tra le obbligazioni francesi OAT e i Bund tedeschi a 10 anni. Un dato che, in diminuzione da febbraio 2014, è tornato a salire considerevolmente sin dalla vittoria di Trump negli Stati Uniti. Anticipando il rischio di un simile esito per i partiti "anti-establishment" in Francia. Per Burgess è probabile che si ritorni ai livelli raggiunti al culmine della crisi dell'Eurozona, nel biennio 2011-2012, con un valore di 150 punti base.

Sul fronte azionario, il mercato europeo potrebbe cedere nell'immediato fino al 10%. Le banche europee potrebbero lasciare sul terreno il 20-30%. Nell'eventualità di un ritorno alle valute nazionali, si avrebbe un notevole squilibrio tra attività e passività bancarie ancora denominate in euro. Il sistema bancario interconnesso dell'Unione sarebbe quello a maggior rischio di collasso, con conseguenze sul settore finanziario globale.

Un eventuale crollo dell'Euro farebbe sentire immediatamente i suoi effetti ai paesi fortemente indebitati, come l'Italia. Ma non sarebbero esenti le economie sane, come la Germania.

Fonte: forexinfo.it / businessvox.it / dadamoney.com
Data di pubblicazione: