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A cura di Ottavio Cacioppo

Frutta tropicale e sub-tropicale al convegno internazionale di Istanbul

Si è svolto dal 12 al 16 agosto 2018 il XXX Congresso Internazionale di Ortofrutticoltura a Istanbul (Turchia), con 1.600 iscritti da 90 paesi. Reduce dall'esperienza, il dott. Ottavio Cacioppo, che nell'occasione ha presentato due relazioni, propone qui di seguito una sintesi di quanto emerso con riguardo alla sessione di Frutticoltura tropicale e sub tropicale 

La sessione ha posto l'attenzione su diverse specie: Mango, Avocado, Papaya, Datteri, Pitaya, Nespolo del Giappone, Litchi, Kiwi, Guava, Feijoa e tante altre specie, comuni in Italia, come Fichi, Mele, Pesche, Prugne ,Agrumi, Olivo, e altre..

I lavori presentati sono stati divisi in orali o poster di 70x100 cm, quesi ultimi collocati in lunghi corridoi e ordinati per categoria: frutticoltura tropicale; orticoltura; floricoltura; vivaismo. Questi contributi verranno riesaminati prima di procedere alla pubblicazione.

Ottavio Cacioppo nell'area poster

Molti autori hanno presentato i lavori in duplice veste, orale e poster 

Datteri

Nella mattina del 13 agosto, i lavori si sono aperti sull'argomento della palma da datteri: fertilizzazione, produzione e commercio.

Nel suo intervento, Yuvai Cohen ha relazionato sulle palme da datteri in Tunisia, che crescono su terreni composti per il 90% di sabbia. I datteri, coltivati sin dall'età della pietra, sono frutti sono ricchi di potassio e vitamina C e hanno una leggera azione lassativa. 100 g di datteri freschi forniscono 227 calorie. Sono ricchi di zuccheri Altri autori hanno parlato di vari aspetti della coltivazione delle palme da datteri.

Avocado - Sessione diretta da Dr.Elize Jooste -Sudafrica

Tra i lavori presentati, una relazione sulla produzione di Avocado nel mondo, da parte di Ben Faber

L'Avocado, originario del Messico, è coltivato nel mondo nelle aree in cui la temperatura minima non scende oltre -3°C. Pianta sub tropicale coltivata in America latina, Africa, Europa, Nuova Zelanda, Australia Asia. La specie è in espansione, in quanto il turismo internazionale ha favorito le conoscenze circa il consumo del frutto, il quale viene condito con altri alimenti (esiste un ricettario molto vasto) ed è in crescita e apprezzato nel mondo.

Nel 1987, a Pretoria (Sudafrica), si svolse un Simposio Internazionale sull'Avocado. In tale occasion,e si evidenziò la superficie coltivata nel mondo, cioè 180 mila ettari. Oggi il Messico, paese leader mondiale e originario di questa specie frutticola, ha una superficie che supera 100 mila ettari, mentre nel mondo si stimano circa 400 mila ettari e una produzione di oltre 3milioni di tonnellate.

In Europa, è in crescita il consumo pro capite, con vette, in alcuni Paesi, di 2,5 chilogrammi e medie di un chilogrammo. In Italia, si stima che nel Sud, in particolare in Sicilia, si coltivino circa 300 ettari. L'importazione, negli ultimi anni, è stata intorno a 10-12 mila tonnellate.

Jayeni Hiti Bandaralage, dell'Università dell'Australia, nella sezione del vivaismo, ha descritto la micropropagazione dell'Avocado, come valida alternativa di riproduzione clonale della specie (Persea amaricana Mill.) Interessante è stata la descrizione della moltiplicazione clonale dell'Avocado, con il suddetto sistema. La relatrice ha proiettato numerose foto, le quali hanno reso il tema di facile comprensione.

Mango

Frutto (pesca tropicale) originario dall'India. A parlarne sono stati relatori di paesi produttori: uno di questi è stato il Il Prof. Sisir Kumar Mitra dell'Università India-Bengala Occidentale, il quale ha descritto, con molta competenza, la situazione della mangocoltura in India, leader mondiale.

Di tabella sotto riportata si evince la crescita della superficie e della produzione. Lo studioso ha descritto i vari aspetti: 1- esigenze pedoclimatiche, 2- tecnica colturale, 3- esigenze nutrizionali, 4- tecnica di coltivazione e densità delle piante per ettaro, ,5- le cultivar, 6- produzione e qualità, 7-frigoconservazione ,8- avversità, 9- mercato e commercializzazione. Il mango in India è la specie frutticola più diffusa e popolare. 

In 15 anni, la superficie si è raddoppiata e la produzione media per ettaro è aumentata di circa una tonnellata.

In Europa, i consumi di mango sono in aumento e in Italia questa specie tropicale è coltivata nel Sud, in particolare in Sicilia, con prospettive di sviluppo interessanti, con la produzione di frutti di ottima qualità.

Il mango, di facile digestione, è ricco di beta-carotene che l'organismo trasforma in vitamina A (antinfettiva) che assieme alla vitamina C, costituiscono antiossidanti che contribuisco a ridurre i danni causati dai radicali liberi. Contiene circa il 15% di zuccheri.

Pitaya

I relatori Yu-Chum Chu del Kaohsiung District Agricoltural Research-Taiwan e Jer-Chia Chang dell'Università di Taiwan hanno relazionato su ambiente, temperatura, esigenze della luce e altri aspetti della coltivazione della Pitaya, Hilocereus undatus.

Per la coltivazione della Pitaya si ricorre anche alla luce artificiale e si impiegano insetti pronubi. Questa specie frutticola (buccia rossa e polpa bianca-conosciuta come dragon fruit) fiorisce per una sola notte. L'impollinazione è favorita da insetti notturni (falene).

Prove condotte a Latina nel 1988, in serra fredda, di detta varietà originaria del Centro e Sud America, hanno prodotto regolarmente come la cv gialla colombiana (per un solo raccolto nei mesi estivo-autunnali) con le condizioni climatiche normali, senza luce artificiale. Si fa presente che nel luogo di origine della pitaya si ottengono due raccolti all'anno.

Kiwi

Sulla produzione di kiwi è intervenuto lo stesso Ottavio Cacioppo, descrivendo le tappe dei 47 anni di coltivazione in Italia, con riferimento all'Agro pontino (Latina-Lazio), definita non a caso "terra del kiwi": 10 mila ettari e una produzione di 200mila tonnellate.

La relazione ha illustrato le fasi dei progressi conseguiti; ad esempio, negli anni '70, quando le piante con abbondante fruttificazione morivano a causa di una fisiopatia di marciume del colletto a causa del ristagno idrico si evidenziò il tallone d'Achille del fruttifero. Il problema venne risolto con la sistemazione idraulica del terreno, con baulature, fossi di drenaggio e la messa a dimora delle piante con il colletto fuori terra.

Sempre negli anni '70 vennero commessi errori di concimazioni minerale, con la distribuzione di quantitativi di macroelementi eccessivi e con sviluppo delle piante abnormi: troppi succhioni, produzione eccessiva della massa verde a scapito dei frutti. Al primo convegno nazionale di actinidicoltura, nel 1978 a Torino, furono presentati lavori di prove sperimentali sull'epoca di raccolta commerciale del kiwi Hayward e sulla raccolta dei frutti con peduncolo o senza. Nel 1982, il relatore si recò in Nuova Zelanda dove raccolse le risposte ai suddetti problemi.

La raccolta commerciale viene effettuata analizzando il succo dei frutti di un campione con rifrattometro per misurare i gradi Brix (zuccheri) i quali devono essere compresi tra 6,2 e 9, valori idonei per una duratura frigoconservazione; I frutti si raccolgono senza peduncolo. Per una razionale concimazione minerale occorre conoscere i seguenti valori:

Per una corretta concimazione minerale occorre stimare la produzione dell'actinidieto, calcolare i quantitativi macro e micro elementi contenuti nel legno di potature varie (intorno a 140 q/ha), nelle foglie (80 q), nell'acqua irrigua (8 mila mc/ha). Sottrarre le perdite dell'azoto per dilavamento e la quantità di acqua irrigua evaporata (30%).

I progressi scientifici vengono descritti nei vari aspetti colturali: esempio l'ambiente pedoclimatico migliore è risultato quello a Nord di Latina, terreni di pianura, sui tufi vulcanici e sulle pozzolane, sabbia 39,5%, limo 24,2%, argilla 36,3 % pH 6,67, calcare assente. In queste terre, la produzione ottimale si aggira da 40 a 50 tonnellate ettaro. Nel lavoro vengono descritti numerosi progressi in vari campi maturati in 47 anni di coltivazione del kiwi.

Per maggiori info: ottaviocacioppo@gmail.com 

Data di pubblicazione: