Legge sul caporalato: crescente stato di tensione nel comparto ortofrutticolo pugliese
Pertanto, lo scorso 31 marzo 2017, una delegazione di Confagricoltura Bari ha incontrato il Prefetto, Dott.ssa Marilisa Magno, per esprimerle la fortissima preoccupazione sulle ricadute che l'applicazione integrale della Legge 199/2016, potrebbe avere sul sistema imprenditoriale agricolo pugliese.
C'è il rischio infatti, che gli strumenti previsti dalla suddetta normativa rischino, in assenza di puntuale e precisa regolamentazione, di colpire indiscriminatamente i datori di lavoro in particolare di un settore che occupa milioni di giornate e che ha contribuito a mantenere i livelli occupazionali in un periodo di crisi e di difficoltà sociali.
Nel corso dell'incontro con il prefetto di Bari, l'avv. De Benedittis, il comm. Patruno, dott. Del Core - componenti della delegazione per conto di Confagricoltura Bari - hanno, inoltre, sottolineato che tale incertezza e le crescenti tensioni derivanti da norme legislative che colpiscono le aziende agricole a prescindere dal collegamento con l'intermediazione di manodopera irregolare, non solo non favoriscono un confronto disteso tra le parti sociali in un momento cruciale per il rinnovo del contratto provinciale operai agricoli ma possono anche portare a fenomeni di protesta incontrollata ed incontrollabile; fondamentale è quindi una urgente convocazione del tavolo permanente contro il caporalato.
La dott.ssa Magno, ha condiviso le preoccupazioni relative a un sempre crescente stato di tensione nel comparto e ha sottolineato che ogni rivendicazione deve comunque rimanere nell'alveo della legalità e responsabilità di tutte le parti coinvolte. Il prefetto di bari si è impegnata a convocare nell'immediato il "tavolo permanente contro il caporalato".
"La possibilità che le aziende agricole – afferma Michele Lacenere, presidente di Confagricoltura Bari - decidano di operare la sospensione di alcune operazioni colturali è molto elevata, considerando i rischi d'incorrere in ipotesi di reato che si sommano agli elevati costi che, di per sé, tali fasi produttive comportano. Ciò, però, determinerà una forte perdita in termini di PLV, che L'agricoltura difficilmente riuscirà ad assorbire nel breve periodo e potrà portare ad un calo progressivo delle giornate lavorative offerte.
"La convocazione di un tavolo istituzionalmente dedicato al monitoraggio del lavoro agricolo ed allo studio rapido di soluzioni legislative valide, mi sembra una soluzione senza dubbio adeguata, senz'altro più di una protesta di piazza fine a se stessa che, paradossalmente, viene oggi appoggiata da parlamentari che non solo non hanno ascoltato le nostre ragioni nelle sedi e nei tempi opportuni, ma soprattutto non hanno votato contro l'approvazione di questa stortura legislativa, ignorando i nostri appelli di voto consapevole e coscienzioso".