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Il futuro della cooperazione agroalimentare visto dai Georgofili e da Agrinsieme

La scorsa settimana si è svolto il convegno "Cresce la cooperazione agroalimentare, cresce l'agricoltura", organizzato dall'Accademia dei Georgofili e Agrinsieme. Nella sede accademica di Logge degli Uffizi Corti si sono succedute le relazioni di importanti studiosi europei nel campo dell'economia agraria e della cooperazione.

Il presidente dell'Accademia, Giampiero Maracchi, ha salutato i numerosi partecipanti, molti dei quali stranieri, ricordando le origini dei Georgofili in ambente illuministico, cioè in un periodo in cui nacque una nuova visione del mondo e dell'economia. Maracchi ha evidenziato che per il buon funzionamento dell'agricoltura è indispensabile la collaborazione, quindi la cooperazione, tra i vari attori della filiera ed è per questo motivo che il tema affrontato nel convegno è ancor più importante per l'agricoltura moderna.

Il Prof. Alessandro Pacciani ha introdotto i lavori ricostruendo brevemente come è nata la necessità di organizzare questa iniziativa e ha ringraziato tutti i colleghi che hanno accolto la proposta e hanno dato il proprio contributo all'approfondimento sulla cooperazione agricola ed in particolare allo studio del confronto tra il modello italiano e quello francese.

Il programma dei lavori ha visto in apertura l'intervento di Claude Ménard, insigne professore alla Sorbona esperto nel campo dell'economia dell'organizzazione, il quale ha illustrato "Perché e Come cooperare".
E' seguita la relazione di Kostas Karantininis della Swedish University for Agricultural Scienze, noto studioso di cooperazione a livello europeo, il quale ha portato l'attenzione sui meccanismi attraverso i quali le cooperative creano e distribuiscono valore, secondo la letteratura dei business model (BM). Il professore ha illustrato l'argomento utilizzando due cooperative di nuova fondazione: THESGALA, cooperativa di latticini, e THESGH, cooperativa di cereali e ortaggi.

Tre successivi interventi hanno toccato altrettanti temi trasversali di grande attualità. Gaetano Martino (Università di Perugia) ha presentato una relazione sviluppata con Daniela Toccaceli (Accademia dei Georgofili) sulle dinamiche di cooperazione nelle Organizzazioni Interprofessionali, prendendo spunto dal caso dell'OI Ortofrutta Italia.

Nazario Battelli
, Presidente di Ortofrutta Italia, ha ripercorso brevemente le tappe del rilancio dell'Organizzazione Interprofessionale, con il lungo iter per il rinnovo del Riconoscimento ministeriale, richiesto dalle nuove normative comunitarie e nazionali. Battelli richiama l'attenzione agli scenari interni e del complessivo settore ortofrutticolo nazionale, portando alcuni innovativi argomenti di riflessione utili a stimolare l'attenzione a quella "cultura interprofessionale" ancora insufficiente nel nostro Paese.

Alessandro Banterle
(Università di Milano) ha illustrato un concept paper sul ruolo delle cooperative agricole nei percorsi di tracciabilità nel settore agroalimentare e gli effetti della tracciabilità sul coordinamento verticale di filiera. In termini generali, la tracciabilità volontaria determina una complessiva riorganizzazione delle filiere agro-alimentari, determinando significative modifiche nella governance, che dipendono dai cambiamenti nell'organizzazione delle transazioni. Esistono diversi "livelli" di tracciabilità negli standard volontari e la relativa adozione dipende dai costi per l'implementazione del sistema e dai benefici che si possono ottenere. Questi ultimi includono non solo il miglioramento della sicurezza alimentare e una migliore gestione del rischio di non conformità, ma anche la garanzia della qualità del prodotto, la certificazione delle pratiche di sostenibilità ambientale, il rafforzamento della reputazione del marchio, la maggiore efficienza negli scambi di filiera, la più elevata trasparenza. La tracciabilità volontaria appare uno strumento con importanti valenze in termini di coordinamento dei rapporti interni alla filiera, quindi nelle relazioni business to business, al di là di come essa venga percepita dal consumatore.

Stefano Pascucci dell'Università di Exeter ha proposto una riflessione su un altro tema emergente: quello dell'economia circolare e su come questa possa essere organizzata attraverso la cooperazione.

L'analisi della combinazione di strategie di economia e di cooperazione circolari applicate al settore agroalimentare ha rivelato la nascita di tre principali processi di trasformazione organizzativa: 1) un'economia dei beni comuni; 2) un'economia di condivisione delle comunità; 3) un'economia di metabolismi.

Insieme a questi tre processi emergenti, l'analisi ha rivelato che la combinazione di economia circolare e cooperazione può ancora provocare ulteriori processi di trasformazione, e cioè favorire meccanismi di partecipazione e democratici per organizzare l'uso e la condivisione delle risorse e che può definire un'economia di democrazie, un'economia che è ancora da venire.

Hanno seguito due case history: il georgofilo Vasco Boatto, dell'Università di Padova, ha discusso se e come le cooperative possono essere considerate strutture capaci di minimizzare i costi di transazione, facendo riferimento alla produzione di Prosecco, in una ricerca condotta con Laura Onofri e Luigino Barisan.

Il Prof. Pietro Pulina dell'Università di Sassari ha presentato un lavoro, sviluppato con Roberto Furesi e Fabio Madau, focalizzato sull'organizzazione di una cooperativa del settore lattiero-caseario in Sardegna, in rapporto all'evoluzione delle politiche comunitarie del settore.

L'era delle quote latte che ha caratterizzato la produzione di latte per circa 30 anni si è ufficialmente chiusa nel marzo 2015. Nel 2012, l'UE ha prodotto una serie di nuovi strumenti volti a preparare il settore per questo nuovo ambiente operativo e garantendo il supporto per i produttori di latte a partire dal 2015. Pulina ha illustrato il caso studio della "Cooperativa3A", una delle principali cooperative lattiero-casearia italiana che lavora e vende circa il 90% del latte vaccino prodotto nella Regione Sardegna. Dato questo ruolo cruciale di questa cooperativa, adeguamenti organizzativi della 3A potrebbero portare a conseguenze economiche e strutturali in tutto il sistema lattiero-caseario regionale, in particolare a livello di azienda.

Il Prof. Alessandro Pacciani ha voluto ricordare che i lavori presentati in questa sessione vedranno una continuazione ideale anzitutto con quelli che si svolgeranno in una sessione speciale organizzata in occasione dell'incontro annuale dell'EAAE (European Association of Agricultural Economists), che si svolgerà a Parma alla fine di agosto, e poi con quelli che si terranno in un'altra sessione dedicata nell'ambito del convegno annuale – per la prima volta congiunto - SIDEA-SIEA, che si svolgerà a Bisceglie e Trani in settembre.