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Focus sul mercato mondiale delle pere

Attualmente le scorte di pere dell'emisfero nord sono buone. Il mese scorso l'Associazione mondiale per le pomacee (WAPA) ha pubblicato le cifre aggiornate sulle scorte (cfr. FreshPlaza del 13/02/2017). In Europa le scorte sono più basse rispetto all'anno scorso, ma negli Stati Uniti si registrano maggiori quantità di pere disponibili alla vendita. In questi Paesi, i produttori si stanno già preparando per la prossima stagione, ma è ancora troppo presto per fornire prospettive accurate.

Gli Stati Uniti si aspettano una buona stagione
La fornitura di pere domestiche è abbondante e si mantiene su un livello normale. Le pere D'anjou e Bosc sono disponibili in quantità abbondanti. Un commerciante ha spiegato che la stagione dovrebbe terminare a giugno. Per le pere Bartlett e Comice la campagna si è già conclusa e a giorni terminerà anche quella delle pere Seckel. Tuttavia, i rivenditori USA vogliono poter offrire una vasta gamma di varietà di pere. Le importazioni da Argentina e Cile solitamente colmano questo vuoto, prevalentemente con le pere Packham.



Secondo un commerciante i clienti dovranno aspettare ancora alcuni mesi prima dell'arrivo del nuovo raccolto. La nuova stagione dovrebbe cominciare non prima di metà giugno, e con buone prospettive. Le nevicate di quest'inverno e l'elevato tasso di umidità sono fattori favorevoli alla coltivazione di queste pomacee.

Israele si affida sempre di più alle importazioni
Un altro inverno secco probabilmente risulterà in una produzione inferiore in Israele. L'80% circa delle pere sono coltivate nelle Alture del Golan e nella Galilea superiore, a nord del Paese. Queste zone hanno registrato solo il 40% della media annuale delle precipitazioni, perciò le stime sono state notevolmente riviste. Anche se è troppo presto per dare prospettive accurate, è poco probabile che venga raggiunta la produzione media di 30mila ton.

L'intera produzione è destinata al mercato domestico. La stagione solitamente comincia a luglio e dura per circa 10 mesi con le pere in stock. Vengono importate anche piccole quantità per colmare il vuoto prima del nuovo raccolto. Negli ultimi due anni la quota delle importazioni è aumentata, e anche il 2017 non dovrebbe essere da meno. Ciò ha impattato i prezzi: anche se il livello è ancora normale, con 1,50-2 euro al kg, gli sviluppi degli anni precedenti dimostrano che le quotazioni potrebbero facilmente raddoppiare. Esiste la possibilità che questa situazione si ripeta se le importazioni non saranno sufficienti.



Bosnia ed Erzegovina mostrano una ripresa dopo un anno difficile
Dopo un inverno freddo, i coltivatori della Repubblica Serba di Bosnia ed Erzegovina prevedono un raccolto al di sopra della media per la prossima stagione. La superficie coltivata è di 3.000 ettari; le varietà più comuni sono Williams, Santa-Maria e Abate Fetel. Recentemente si è cominciato a piantare anche pere Conference e Carmen. Il settore sembra avere già superato i problemi causati dall'embargo russo introdotto nell'estate del 2016, nonostante questo sia durato dieci settimane e il danno sia stato ingente. Secondo il servizio fitosanitario russo, le certificazioni non erano in regola e la facilità di frode era troppo elevata. L'anno scorso è stata una stagione difficile a causa delle gelate registrate a fine aprile che hanno danneggiato il raccolto. Gli ettari interessati sono stati circa 1.100 e i danni sono stati stimati tra il 60% e il 90%.

Scorte più piccole in Italia
A metà marzo la situazione per le diverse varietà in stock in Italia era variabile. La popolarità delle pere Kaiser continua a diminuire tra i consumatori europei. Nel suddetto periodo le scorte erano più basse di circa il 57% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. La stagione per questa varietà continua fino alla fine di aprile.

Intanto i volumi di pere Decana nelle scorte sono più bassi di circa l'82% rispetto allo stesso periodo di un anno fa. Nel complesso i frutti di calibro 75+ stanno andando bene. Inoltre, una commercializzazione adeguata e prezzi ragionevoli contribuiscono a questa situazione positiva. La vendita delle pere Conference sta procedendo più rapidamente; le scorte sono inferiori del 43% rispetto al 2016.

La Abate, la regina delle pere italiane, mostra una situazione stabile. Le scorte sono quasi invariate rispetto all'anno scorso (-5%). Le vendite sono costanti, con prezzi stabili e una richiesta costante per tutti i calibri. Il calibro 75+ è il preferito dai consumatori. Anche l'ottima shelf life e qualità delle pere ha un impatto positivo. La stagione delle esportazioni continuerà fino a metà aprile. Sul mercato domestico le pere restano disponibili fino a fine aprile.



Prezzi elevati in Francia

Se le scorte di mele sono inferiori all'anno scorso, la situazione per le pere è opposta. Dopo un raccolto in calo del 7%, il volume delle mele in stock è più basso del 6%; invece, il volume delle pere è superiore del 2% rispetto all'anno scorso. In ogni caso se osserviamo la media sul lungo termine, le scorte risultano essere in realtà dell'11% più basse. Gli stock di pere Conference sono inferiori del 2% rispetto all'anno scorso. Tuttavia, i prezzi sono aumentati del 12% rispetto alla media 2012-2016.

Secondo i dati del Ministero dell'Agricoltura francese, all'inizio dell'anno le quotazioni erano in aumento del 30% rispetto al 2015 e del 22% superiori alla media del 2011-2015, situazione dovuta alla produzione inferiore e alla buona domanda. Tuttavia, a causa della competizione da parte della frutta estiva, questa tendenza è nuovamente in declino.

In autunno la vendita delle pere Williams è andata bene nonostante l'accesa competizione da parte delle pere Conference olandesi e belghe.



Meno pere nelle scorte in Spagna
Sono presenti pere negli stock spagnoli solo nelle regioni di Catalogna e Aragona. In totale ci sono circa 40.000 tonnellate di pere, il 6% in meno rispetto ad un anno fa. Questa riduzione è stata dovuta al raccolto inferiore della stagione scorsa di 295.900 ton, quando il volume totale solitamente raggiungeva 344.300 ton. Il volume più elevato in stock è relativo alle pere Conference, che rappresentano il 76% del totale, seguite dalle pere Blanquilla (13%) e Alexandrine (6%).

Anche se in Europa le scorte di pere sono inferiori di circa il 10%, i prezzi sono leggermente al ribasso rispetto al 2016. Recentemente hanno raggiunto un livello simile a quello dell'anno scorso. I calibri più grandi sono i più popolari. Quest'anno la Spagna ha importato meno pere da Paesi Bassi e Belgio.

L'embargo russo ha avuto conseguenze meno gravi per il settore delle pere, rispetto a quello delle mele. Prima della sua introduzione, la Spagna esportava in 70 Paesi e l'anno scorso le pere spagnole sono state spedite in 73 Paesi. Le destinazioni principali sono Italia, Marocco, Francia, Brasile, Germania, Portogallo, Arabia Saudita, Israele, Emirati Arabi Uniti e Polonia.



Paesi Bassi: il mercato delle pere si è ripreso da Capodanno

Il mercato delle pere ha raggiunto performance positive. All'inizio dell'anno il prezzo delle pere Conference era leggermente aumentato e da quel momento è rimasto stabile. I commercianti si aspettano che il mercato si mantenga buono. Oltre ai supermercati domestici, è il mercato d'esportazione ad assorbire soddisfacenti volumi di pere Conference. Per i prossimi mesi, i prezzi non dovrebbero variare di molto. Per quanto riguarda le pere Conference a lunga conservazione, il prodotto principale di Paesi Bassi e Belgio, a giugno si dovrebbe verificare un aumento delle quotazioni.

Testo e traduzione FreshPlaza. Tutti i diritti riservati.
Data di pubblicazione: