UE: dopo 60 anni, occorre riscoprire le ragioni dello stare insieme
"I trattati di Roma hanno istituito un mercato comune nel quale le persone, i beni, i servizi e i capitali possono circolare liberamente e hanno creato presupposti di prosperità e stabilità per i cittadini europei".
"In occasione di questo anniversario, l'Europa guarda al passato con orgoglio e al futuro con speranza. Da 60 anni costruiamo un'Unione in grado di promuovere la cooperazione pacifica, il rispetto della dignità umana, la libertà, la democrazia, l'uguaglianza e la solidarietà tra le nazioni e i popoli europei. Ora sta a noi progettare per l'Europa un futuro migliore e condiviso".
La firma dei trattati di Roma.
Parole, queste, sempre più offuscate da malumori e dissensi, da incomprensioni tra singoli Stati membri, dalla disperazione di intere fasce di popolazione che si sentono escluse da tutto per via di una crisi economica (che nasce però altrove, non nella UE). Vedendo l'Unione Europea, oggi, sembra di guardare una coppia anziana, forse non perfettamente assortita e mai del tutto rodata, che sta insieme solo per abitudine o per mancanza di alternative.
Eppure bisognerebbe ritrovare, oggi più che mai, quelle ragioni dello stare insieme; troppo spesso ci dimentichiamo quanto sangue è stato sparso per quei diritti che diamo per scontati; e quanti milioni di morti - militari e civili - abbia provocato la II Guerra Mondiale. Quella guerra che altrove è proseguita, purtroppo, incessante; cambiando forma come un virus letale, che cerca di superare le barriere di difesa di un organismo potenzialmente sano. Avvelenando e distruggendo paesi e popolazioni non poi molto distanti da noi.
Sessant'anni non possono bastare per dimenticarci il passato, o per negare il fatto che i problemi odierni, benché gravi e tutti ancora da risolvere, siano inezie nei confronti dell'orrore della guerra. Riscoprire la voglia di impegnarsi per la pace e per lo sviluppo potrebbe essere l'unica strada per non rovinare tutto solo a causa di reciproca ingratitudine o per meschinità.