Secondo Gaglione, la concomitanza di eventi - neve in Spagna che ha colpito la lattuga Iceberg, forte pioggia in pieno campo negli areali siciliani che ha devastato ettari ed ettari della stessa produzione, il freddo generale che ha colpito un po' tutta Europa - ha rallentato lo sviluppo delle colture.
"Essendoci comunque richiesta, tanti commercianti sono stati costretti a raccogliere lattughe di 220-230 grammi, ovvero di dimensioni troppo piccole. Tutto questo ha spiazzato un po' gli operatori; il prodotto che si pensava di tagliare a gennaio è stato invece raccolto a inizio dicembre e chiaramente si è creata carenza di lattughe, con conseguente aumento dei prezzi". Saltati tutti gli equilibri, quest'anno anche l'industria della IV gamma ha dovuto far fronte all'impennata delle quotazioni di acquisto.
Da due settimane a questa parte, la situazione si è capovolta. "Con temperature allineate al periodo stagionale, la richiesta è ai minimi stagionali e la merce, seppur la campagna sia agli sgoccioli, sembra tanta con prezzi molto bassi. Nel resto d'Europa, con quello che raccolgono, riescono a soddisfare le loro esigenze avendo di conseguenza meno necessità d'import. C'è da dire, d'altro canto, che ormai la campagna serricola è in fase di chiusura".
Export
D'inverno, l'Italia è un paese esportatore. "Tradizionalmente e principalmente esportiamo in Germania, ma abbiamo iniziato anche con grossi volumi in Europa dell'Est (Romania e Polonia in primis). Poi altre destinazioni sono Svizzera e Austria. Negli ultimi anni, alcuni commercianti hanno cominciato a sondare Paesi ancora più ricchi come quelli Scandinavi (Danimarca, Norvegia e Svezia) dove i riscontri sono abbastanza importanti. Qui il prodotto viene ben valorizzato e i margini tendono a essere più elevati".
La tipologia di lattuga più apprezzata all'estero resta la Trocadero, seguono tutte le altre tipologie. "Negli ultimi anni però - ha concluso Gaglione – i paesi Scandinavi hanno iniziato ad apprezzare le nostre Lollo".