Iscriviti alla nostra newsletter giornaliera e tieniti aggiornato sulle ultime notizie!

Iscriviti Sono già iscritto

State utilizzando un software che blocca le nostre pubblicità (cosiddetto adblocker).

Dato che forniamo le notizie gratuitamente, contiamo sui ricavi dei nostri banner. Vi preghiamo quindi di disabilitare il vostro software di disabilitazione dei banner e di ricaricare la pagina per continuare a utilizzare questo sito.
Grazie!

Clicca qui per una guida alla disattivazione del tuo sistema software che blocca le inserzioni pubblicitarie.

Sign up for our daily Newsletter and stay up to date with all the latest news!

Registrazione I am already a subscriber
Al Mercato di Cesena un convegno con Stefano Foschi del Crpv

Diradare in fioritura, nuova frontiera dell'albicocco

Risparmiare in manodopera per abbattere i costi, il sogno di ogni agricoltore. E ieri pomeriggio, 13 marzo 2017, Stefano Foschi del Crpv ne ha parlato davanti a oltre 50 persone fra agricoltori, tecnici e operatori commerciali.


Stefano Foschi (a destra) e Matteo Magnani della direzione del Mercato ortofrutticolo di Cesena.

L'incontro è stato organizzato dal Mercato ortofrutticolo di Cesena e aveva come tema la coltura dell'albicocco. Foschi ha affermato che "in certe situazioni il diradamento meccanico ha dato discrete risposte. Sono dell'idea che vada applicato solo su varietà autofertili e a maturazione medio-tardiva. Mi si permetta una considerazione: sul ramo misto posso tollerare di perdere diversi fiori, ma sui dardi no, perché è proprio in questo tipo di rami che abbiamo la migliore produzione".


Oltre 50 gli agricoltori e tecnici intervenuti.

Diradare i fiori, è stato dimostrato, permette di ottenere calibri maggiori. E questo è ragionevole, perché la pianta, diradando in fioritura, ha meno frutti da portare avanti e le riserve vengono impiegate per un minor numero di frutti.

"Alcune prove - ha spiegato Foschi - hanno dimostrato che il diradamento meccanico in fioritura, ha permesso fino a un 35% di aumento di calibro e un risparmio di manodopera del 40%".

Macchina per diradare i fiori ed effetto sui rami misti.

Il ricercatore poi si è avventurato nella descrizione delle varietà di albicocco coltivate e di quelle più promettenti. Ma con una premessa: "Il 50% del successo dipende dalla varietà, ma la restante parte dipende dall'ambiente e dalla tecnica dell'agricoltore. Non esiste la varietà valida per tutti. Non sentirete mai Stefano Foschi affermare che una data varietà costituisce la soluzione economica per tutti".



Foschi ha elencato una serie di varietà, mettendone in luce pregi e difetti. Ad ogni modo, quello che il mercato chiede in primo luogo è l'aspetto estetico, cioè il colore, poi il sapore. Secondo i commerciali, la gente sceglie l'albicocca per il colore e solo in un secondo momento per il sapore. Sono bandite le varietà gialle a favore di quelle rosse (in parte o totalmente).