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L'azienda neozelandese spiega la sua scelta

Marchio 'Romagna' in Nuova Zelanda, il parere dell'avvocato

"Ci piaceva il nome 'Romagna' e lo abbiamo scelto come marchio". E' arrivata puntuale la risposta dell'azienda neozelandese di cui vi abbiamo già parlato (cfr. FreshPlaza del 13/03/2017). Avevamo mandato loro una email, incuriositi da questa scelta e ieri è arrivata una cortese risposta da parte del responsabile marketing. Un breve riassunto: un nostro lettore ci ha mandato una foto dalla Nuova Zelanda dove, a scaffale, sono in vendita pomodori a marchio 'Romagna'. Marchio registrato, fra l'altro. Il pomodoro, ovviamente, è di produzione del Paese australe.



"Il nostro 'Romagna' – ha scritto il responsabile marketing neozelandese – è un pomodoro a bassa acidità. Cercavamo un nome che riflettesse lo stile del prodotto e abbiamo pensato che questo sarebbe stato un ottimo marchio".

Nessun problema, quindi, per i neozelandesi. A tal proposito però abbiamo chiesto l'opinione di Andrea Sirotti Gaudenzi, avvocato esperto a livello europeo in normativa su marchi e brevetti.


L'avvocato Andrea Sirotti Gaudenzi

"Nel nostro Paese - esordisce l'avvocato – e più in generale in Europa, esistono disposizioni che non permettono la registrazione di marchi costituiti esclusivamente dalle denominazioni generiche di prodotti o servizi. Tuttavia, in questo caso, l'indicazione 'Romagna' non ha alcuna aderenza con il luogo di origine dei prodotti e, quindi, sarebbe astrattamente possibile ritenere lecito il segno distintivo utilizzato. Ad ogni modo, non si deve dimenticare che un marchio di un prodotto alimentare contenente una espressione geografica, associata a un prodotto per pura fantasia (come nel caso concreto), potrebbe trarre in inganno gli utenti finali. Anche sulla base di una serie di principi espressi da fonti internazionali - conclude - si dovrebbe analizzare il caso specifico, per verificare se un comportamento come quello dell'impresa straniera sia pienamente in linea con le disposizioni applicabili in materia".