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"Un accordo difficile, ma pur sempre un accordo"

Pomodoro: intervista a Rabboni, presidente dell'Organizzazione interprofessionale

Per il pomodoro può iniziare ora un'annata che, dalle premesse, non si preannuncia facile. Dopo l'accordo sul prezzo (cfr. FreshPlaza del 8/03/2017) gli agricoltori devono farsi i conti in tasca. Anche perché ci sono due grosse industrie di trasformazione sull'orlo del fallimento. (cfr. FreshPlaza del 23/02/2017).

Abbiamo chiesto a Tiberio Rabboni, presidente dell'OI del nord d'Italia, un'opinione sul comparto, alla luce delle ultime notizie.



FreshPlaza (FP): Presidente, come giudica l'accordo raggiunto?
Tiberio Rabboni (TR): "L'organizzazione Interprofessionale non può, come noto, partecipare alla definizione del Contratto quadro d'Area e alla contrattazione sul prezzo del prodotto, prerogative esclusive delle singole rappresentanze dei produttori e dei trasformatori. A contratto firmato mi permetto però alcune osservazioni. La prima è che, pur con tanti difetti, quello del pomodoro resta uno dei pochi comparti produttivi che ad avvio di campagna produttiva mette le sue carte "scoperte" sul tavolo: quantità programmate, prezzi di riferimento, premialità e penalizzazioni. Ogni produttore può quindi valutare la convenienza o meno della coltura e fare le sue scelte".

FP: E il secondo aspetto?
TR: Si tratta del prezzo concordato: è più basso del 6% rispetto a quello dello scorso anno. I trasformatori sostengono che è una conseguenza della sovrapproduzione 2016 del Nord Italia e dei prezzi ancor più bassi contrattati quest'anno dai competitori diretti: Portogallo, Spagna e California. Le Associazioni agricole denunciano che così non si coprono i costi di produzione in campagna. Resta il fatto che il prezzo è stato accettato, obtorto collo, anche dai rappresentanti diretti dei produttori agricoli, le OP, che probabilmente pensano di concentrare la produzione nelle aree e nei terreni capaci di assicurare le maggiori rese per ettaro coltivato.



FP: E riguardo alle quantità?
TR: E' stato fissato un obiettivo di produzione di 2,5 milioni di tonnellate; 1,7 per i trasformatori privati e 0,8 per i trasformatori cooperativi. Nel 2016 la produzione raggiunse i 2,77 milioni, provocando impatti non positivi sul mercato finale del prodotto trasformato. Dunque quest'anno si punta a produrre meno e meglio, per garantire una migliore redditività e competitività alla filiera.

FP: Sono coinvolte anche le due industrie in crisi?

TR: In questo obiettivo produttivo sono comprese, dicono i firmatari, anche le quantità occorrenti a Ferrara Food e Copador, una volta che saranno risolte le conseguenze delle crisi finanziarie in atto, e assicurato il pagamento del pomodoro consegnato lo scorso anno.

FP: In molti hanno contestato le penalità. Può spiegarcele?
TR: L'accordo fissa una penalizzazione per quelle OP che produrranno di più di quanto concordato. Quest'anno però, diversamente da quanto avvenuto nel 2016, la penale graverà solo sulla singola OP responsabile dello splafonamento e non su tutte le altre.

FP: Un suo giudizio complessivo?
TR: Un accordo, difficile, perché difficile è la situazione interna e internazionale, ma comunque un accordo. Certamente con molte ombre e qualche luce. Molte cose dipenderanno anche dal modo in cui verranno attuate e concretamente realizzate. E qui non mancherà il contributo dell'OI.