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Sul maxi sequestro di ortofrutta, il MAAS di Catania replica: i controlli non sono di nostra competenza

E' notizia di qualche giorno fa il blitz del Corpo Forestale – coadiuvato dai funzionari del Dipartimento dell'Ispettorato centrale della Tutela della qualità e Repressione fondi – presso il mercato ortofrutticolo all'ingrosso MAAS di contrada Jungetti, a Catania. L'operazione si è conclusa con il maxi sequestro di circa 10 tonnellate di agrumi, 1300 kg di melanzane, 500 kg di patate, con l'arresto di due persone accusate di furto e, infine, con la denuncia di un commerciante – titolare del box dove era depositata la merce rubata – per ricettazione.



Da qui il Codacons, tramite l'Avv. Isabella Altana Dirigente Ufficio Legale, ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Catania, a tutela dei consumatori, con la richiesta di apertura delle indagini per commercio di sostante alimentari contraffatte o adulterate (art. 442 codice penale) e per commercio di sostanze alimentari nocive (art. 444 codice penale).

"Il commercio di prodotti privi di tracciabilità – afferma Giovanni Petrone, presidente regionale Codacons – non solo arreca un grave danno all'economia sostenibile del nostro territorio, ma agisce a discapito della salute dei consumatori. Ritengo opportuno che si indaghi sui reati rilevati ed anche che si dispongano maggiori controlli. L'ingresso del Maas di Catania andrebbe presidiato costantemente così da vigilare sempre sulla merce in ingresso".



"Se i vertici del Maas non riescono a garantire il rispetto della legge e la necessaria vigilanza all'ingresso e tracciabilità della merce, e quindi, la tutela dei consumatori, vengano rimossi", conclude il Codacons.

La replica del Cda del MAAS
In risposta al Codacons, il Consiglio di Amministrazione del MAAS ha diramato una nota nella quale intende rassicurare i propri consumatori: "Al mercato ortofrutticolo - si legge nel documento - ogni giorno vengono vendute tonnellate di prodotti freschi che rispettano i dettami delle leggi vigenti in materia di salubrità e igiene degli alimenti, secondo i principi del regolamento CE 852/2004".

Il MAAS puntualizza inoltre che i controlli vengono effettuati da organi ufficiali: "Questo a difesa di tutte quelle aziende che, dalle 4 del mattino, iniziano la propria giornata lavorativa nella galleria di commercializzazione di ortofrutta, unitamente a tutti gli altri operatori, che a vario titolo, raggiungono i 4mila frequentatori giornalieri del mercato".



Secondo il CdA del MAAS, il tenore del comunicato stampa del Codacons sarebbe frutto della scarsa conoscenza delle dimensioni economiche e occupazionali della struttura mercatale. "Siamo a disposizione della Procura della Repubblica – puntualizza il Cda - per quanto necessario e oltre, per far luce e chiarezza sullo stato dei fatti. E' tuttavia inconfutabile che le responsabilità su eventuali reati sono in capo all'imprenditore che li commette, di contro il Maas non svolge altre attività oltre alle dazioni canoni di locazione commerciale e diritti di ingresso per il mercato ortofrutta".

"Da informazioni assunte in modo informale - prosegue la nota del MAAS - non tutta la merce era di provenienza furtiva, ma pare fosse priva di tracciabilità documentale o forse mancava di etichette".



Il Cda ribadisce: "La mancanza di documenti fiscali non è imputabile alla direzione del mercato, a meno che alla struttura non fosse applicabile la legge 125/59 nella sua funzione 'Annonaria', la quale spetta esclusivamente ai mercati a conduzione comunale, mentre il MAAS è una partecipata della Regione Siciliana, dove il Comune esprime un quota societaria minoritaria in dismissione".



Il Cda precisa infine che il MAAS non si è mai sottratto a maggiori controlli: "Infatti, già dal lontano 2013, ha prodotto istanze agli uffici competenti per richiedere un presidio della Guardia Forestale all'interno della struttura di contrada Jungetto, istanze a oggi prive di riscontri".
Data di pubblicazione: