Iscriviti alla nostra newsletter giornaliera e tieniti aggiornato sulle ultime notizie!

Iscriviti Sono già iscritto

State utilizzando un software che blocca le nostre pubblicità (cosiddetto adblocker).

Dato che forniamo le notizie gratuitamente, contiamo sui ricavi dei nostri banner. Vi preghiamo quindi di disabilitare il vostro software di disabilitazione dei banner e di ricaricare la pagina per continuare a utilizzare questo sito.
Grazie!

Clicca qui per una guida alla disattivazione del tuo sistema software che blocca le inserzioni pubblicitarie.

Sign up for our daily Newsletter and stay up to date with all the latest news!

Registrazione I am already a subscriber
Ma se accade un incidente in azienda, di chi e' la colpa? Risponde l'avvocato

Agricoltura: infortuni in calo del 4,2%

Nel 2016, secondo i dati rilevati dall'Anmil, si è registrato un calo degli infortuni in agricoltura del 4,2%. E' un dato positivo che evidenzia l'impegno di un comparto esposto al rischio d'incidenti a causa delle molteplici lavorazioni, dei processi lavorativi non facilmente standardizzabili, del necessario utilizzo di macchine e attrezzature, dell'età spesso elevata degli addetti e del frequente ricorso a manodopera straniera.


Foto d'archivio

Da qui la necessità di continuare a prestare la massima attenzione alla gestione della sicurezza per la salvaguardia della salute di ogni lavoratore, nel rispetto della normativa vigente in materia.

L'organizzazione gerarchica in materia di sicurezza vede al vertice il datore di lavoro. Ma chi, nell'ambito dell'organizzazione d'impresa, è da considerarsi datore di lavoro e, quindi, principale destinatario delle norme in materia d'igiene e sicurezza? Lo chiediamo all'avvocato Gualtiero Roveda, referente di Fruitimprese.


L'avvocato Gualtiero Roveda

"Secondo il Tus, Testo Unico della Sicurezza 81/08 – esordisce Roveda - è da considerarsi tale il titolare del rapporto di lavoro con il lavoratore o, a seconda di come è strutturata l'azienda, chi ha la responsabilità dell'organizzazione dell'impresa o dell'unità produttiva, in quanto esercita i poteri decisionali e di spesa. In prima approssimazione è datore di lavoro il legale rappresentante dell'impresa ovvero l'imprenditore. Questi può, tuttavia, andare esente da responsabilità se riesce a dimostrare la sua totale estraneità alla gestione della sicurezza sul lavoro, purché ci sia qualcun altro incaricato di tali incombenti. In ogni caso, a prescindere da mere qualifiche formali, è l'esercizio effettivo dell'impresa che consente di individuare la figura del datore di lavoro.

FreshPlaza (FP): Nell'ambito delle strutture organizzate, come quelle societarie, quali sono i criteri per individuare il responsabile della sicurezza?
Gualtiero Roveda (GR): Per prima cosa è necessario esaminare il complesso di regole che, di fatto, regolano la realtà aziendale. Si deve partire dal dato formale per poi verificare se vi è corrispondenza tra quanto formalizzato e quanto in concreto avviene.


Foto d'archivio

FP: Nelle società di persone chi, tra i soci, è da considerarsi datore di lavoro?
GR: Tutti i soci amministratori. Si tenga presente che, nelle società di persone, tutti i soci lo sono, a meno che nello statuto non sia stabilito altrimenti. Gli amministratori rispondono anche degli infortuni occorsi ai soci stessi. Non rileva la qualifica di legale rappresentante. E' possibile, però, attribuire solo ad alcuni soci la competenza esclusiva in materia, con atto scritto avente data certa.
 
FP: Nelle società di capitali?
GR: Gli obblighi concernenti l'igiene e la sicurezza del lavoro, se non sono oggetto di specifica delega di gestione, gravano, a seconda dell'assetto societario, sull'amministratore unico, sull'amministratore delegato o su tutti i componenti del Consiglio di amministrazione. La presenza di una delega di gestione, tuttavia, può non essere sufficiente. Infatti, secondo la Suprema Corte, la delega di gestione conferita a uno o più amministratori, se specifica e comprensiva di poteri di deliberazione e spesa, può solo ridurre la portata della posizione di garanzia attribuita al delegante, ma non escluderla interamente, poiché non possono comunque essere trasferiti i doveri di controllo sul generale andamento della gestione e di intervento, soprattutto nel caso di mancato esercizio della delega. Se l'amministratore non adempie a tali obblighi residuali e, in conseguenza di questa omissione, si verifica l'evento dannoso, si deve ravvisare una sua responsabilità.

FP: Nelle cooperative?
GR: Nelle cooperative che svolgono attività imprenditoriale il soggetto obbligato è il legale rappresentante.

FP: Il datore di lavoro può delegare ad altra persona la responsabilità in materia?
GR: Sì. L'articolo 16 del TUS 81/08 ha regolamentato l'istituto della delega di funzioni, sintetizzando gli orientamenti giurisprudenziali consolidatisi in materia e disciplinandone i requisiti di sostanza e di forma di origine giurisprudenziale. Le aziende hanno spesso un grado di complessità e articolazione tale da rendere impossibile per una singola persona occuparsi di ogni sua parte: di conseguenza la gestione delle varie funzioni aziendali viene spesso suddivisa tra soci o affidata a collaboratori. Per evitare che la responsabilità degli illeciti compiuti nelle materie delegate ricada sull'imprenditore si ricorre a tale istituto.