Rete del lavoro agricolo, il ministro Martina promette miglioramenti
Il richiamo è arrivato da Maura Latini, direttrice di Coop Italia, ed è stato recepito immediatamente dal ministro Maurizio Martina, presente al convegno "La Legalità nel lavoro agricolo", svoltosi ieri mattina, 27 febbraio 2017, a Milano a Palazzo Isimbardi, sede della Città metropolitana di Milano.
Palazzo Isimbardi, Milano, convegno sulla legalità, 27 febbraio 2017
"Il ministro non ha lasciato cadere nel vuoto la richiesta: "Mi complimento con Coop per il buon lavoro svolto. E' vero, la Rete del lavoro agricolo di qualità non è ancora completa, dobbiamo migliorarla e soprattutto semplificarla. Si tratta di una scommessa, perché questa è una Rete che ha l'ambizione di riconoscere in un sistema tutte le aziende che lavorano con la massima trasparenza e nella legalità".
Guarda il video con un passaggio dell'intervento del Ministro
Durante il convegno, l'Mcflp, acronimo che sta per Milan Center for food law and policy, ha presentato un progetto di ricerca che vorrebbe contribuire a censire e a valutare le buone prassi che gli Stati dell'Unione europea hanno messo in campo per contrastare lo sfruttamento del lavoro lungo la filiera agroindustriale, individuandone sia le matrici giuridico-legali sia quelle socio economiche e definendone le ricadute effettive sul contesto territoriale locale e nazionale.
Da sinistra, Livia Pomodoro presidente Mcflp, il ministro Maurizio Martina, Arianna Censi, vicesindaco Città metropolitana di Milano
"Da dati in nostro possesso – ha esordito Livia Pomodoro, presidente del Milan Center – si ritiene che in Europa il 25% dei lavoratori agricoli sia illegale o irregolare. In Portogallo si cresce fino al 60%, 50% in Bulgaria, 40% in Romania. Germania, Austria e Olanda sembrano contenere il fenomeno al 5, 10 e 13,7%. L'Italia, secondo statistiche del 2013, è a quota 31,7% di lavoro agricolo illegale.
"La ricerca – ha concluso Livia Pomodoro – partendo dall'esperienza italiana, vuole elaborare una panoramica dell'impegno dell'Unione europea contro fenomeni illegali. Il progetto vuole essere uno strumento utile indirizzato a coloro che sono impegnati a sviluppare normative e regolamenti contro il caporalato a livello europeo. I risultati saranno presentati nel giugno del 2018". Di seguito l'iniziativa è stata presentata da Marco Pedol, capo progetto del Mcflp.
Da sinistra Marco Pedol, Livia Pomodoro, Maurizio Martina, Arianna Censi, Enrico Migliavacca, Maura Latini.
Il nostro commento
La presentazione di ieri non era una conferenza stampa ma un convegno senza possibilità di domande. Avremmo voluto capire meglio quel dato del 31,7% di lavoro che sarebbe illegale, in campo agricolo. Crediamo si tratti di una stima e, nella stima, sia compresa anche quella serie di irregolarità che possono essere formali, come una errata comunicazione all'Inps, o comunque non lavoro nero o dei soprusi, quanto imprecisioni di forma. Mancano inoltre le fonti di tali cifre.
Ci piacerebbe però che il progetto Mcflp partisse dal concetto opposto: valorizzare il 69% di aziende regolari e valorizzarle in modo che siano d'esempio per quelle non perfette, così da portare quel 31 per cento al 20 e poi al 10 e poi all'1%.
Le leggi per contrastare il lavoro nero ci sono, sia in Italia, sia all'estero. Chi lavora nell'illegalità deve essere scovato e colpito duramente. L'attuale legge contro il caporalato va ben oltre, rischiando di condannare l'imprenditore anche per un rubinetto non funzionante, accusandolo di una violenza nei confronti del lavoratore.
Il mondo agricolo sano, però, quello che porta avanti la sopravvivenza di tutti fornendo cibo ogni giorno, merita forse più considerazione e stima.