Iscriviti alla nostra newsletter giornaliera e tieniti aggiornato sulle ultime notizie!

Iscriviti Sono già iscritto

State utilizzando un software che blocca le nostre pubblicità (cosiddetto adblocker).

Dato che forniamo le notizie gratuitamente, contiamo sui ricavi dei nostri banner. Vi preghiamo quindi di disabilitare il vostro software di disabilitazione dei banner e di ricaricare la pagina per continuare a utilizzare questo sito.
Grazie!

Clicca qui per una guida alla disattivazione del tuo sistema software che blocca le inserzioni pubblicitarie.

Sign up for our daily Newsletter and stay up to date with all the latest news!

Registrazione I am already a subscriber
Troppo lento e complicato iscriversi, serve semplicita'. Guarda il video

Rete del lavoro agricolo, il ministro Martina promette miglioramenti

"Abbiamo invitato le nostre aziende fornitrici ad aderire alla Rete del lavoro agricolo di qualità. Occorre però migliorarla, velocizzarla, renderla più accessibile. Le chiedo, ministro Martina, di fare qualcosa per semplificare la burocrazia e rimuovere le difficoltà che rallentano l'adesione da parte delle imprese. Nonostante tutto questo, il 40 % dei nostri fornitori ha aderito alla Rete".

Il richiamo è arrivato da Maura Latini, direttrice di Coop Italia, ed è stato recepito immediatamente dal ministro Maurizio Martina, presente al convegno "La Legalità nel lavoro agricolo", svoltosi ieri mattina, 27 febbraio 2017, a Milano a Palazzo Isimbardi, sede della Città metropolitana di Milano.


Palazzo Isimbardi, Milano, convegno sulla legalità, 27 febbraio 2017
 
"Il ministro non ha lasciato cadere nel vuoto la richiesta: "Mi complimento con Coop per il buon lavoro svolto. E' vero, la Rete del lavoro agricolo di qualità non è ancora completa, dobbiamo migliorarla e soprattutto semplificarla. Si tratta di una scommessa, perché questa è una Rete che ha l'ambizione di riconoscere in un sistema tutte le aziende che lavorano con la massima trasparenza e nella legalità".

Guarda il video con un passaggio dell'intervento del Ministro


Durante il convegno, l'Mcflp, acronimo che sta per Milan Center for food law and policy, ha presentato un progetto di ricerca che vorrebbe contribuire a censire e a valutare le buone prassi che gli Stati dell'Unione europea hanno messo in campo per contrastare lo sfruttamento del lavoro lungo la filiera agroindustriale, individuandone sia le matrici giuridico-legali sia quelle socio economiche e definendone le ricadute effettive sul contesto territoriale locale e nazionale.


Da sinistra, Livia Pomodoro presidente Mcflp, il ministro Maurizio Martina, Arianna Censi, vicesindaco Città metropolitana di Milano

"Da dati in nostro possesso – ha esordito Livia Pomodoro, presidente del Milan Center – si ritiene che in Europa il 25% dei lavoratori agricoli sia illegale o irregolare. In Portogallo si cresce fino al 60%, 50% in Bulgaria, 40% in Romania. Germania, Austria e Olanda sembrano contenere il fenomeno al 5, 10 e 13,7%. L'Italia, secondo statistiche del 2013, è a quota 31,7% di lavoro agricolo illegale.

"La ricerca – ha concluso Livia Pomodoro – partendo dall'esperienza italiana, vuole elaborare una panoramica dell'impegno dell'Unione europea contro fenomeni illegali. Il progetto vuole essere uno strumento utile indirizzato a coloro che sono impegnati a sviluppare normative e regolamenti contro il caporalato a livello europeo. I risultati saranno presentati nel giugno del 2018". Di seguito l'iniziativa è stata presentata da Marco Pedol, capo progetto del Mcflp.


Da sinistra Marco Pedol, Livia Pomodoro, Maurizio Martina, Arianna Censi, Enrico Migliavacca, Maura Latini.

Il nostro commento
La presentazione di ieri non era una conferenza stampa ma un convegno senza possibilità di domande. Avremmo voluto capire meglio quel dato del 31,7% di lavoro che sarebbe illegale, in campo agricolo. Crediamo si tratti di una stima e, nella stima, sia compresa anche quella serie di irregolarità che possono essere formali, come una errata comunicazione all'Inps, o comunque non lavoro nero o dei soprusi, quanto imprecisioni di forma. Mancano inoltre le fonti di tali cifre.

Ci piacerebbe però che il progetto
Mcflp partisse dal concetto opposto: valorizzare il 69% di aziende regolari e valorizzarle in modo che siano d'esempio per quelle non perfette, così da portare quel 31 per cento al 20 e poi al 10 e poi all'1%.

Le leggi per contrastare il lavoro nero ci sono, sia in Italia, sia all'estero
. Chi lavora nell'illegalità deve essere scovato e colpito duramente. L'attuale legge contro il caporalato va ben oltre, rischiando di condannare l'imprenditore anche per un rubinetto non funzionante, accusandolo di una violenza nei confronti del lavoratore.

Il mondo agricolo sano, però, quello che porta avanti la sopravvivenza di tutti fornendo cibo ogni giorno, merita forse più considerazione e stima.
Data di pubblicazione: