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Dal Vietnam al Giappone fino al Messico: cosa bolle in pentola negli accordi bilaterali

Non solo CETA: ecco altri 9 accordi internazionali in ballo

In questi giorni si parla molto dell'Accordo CETA fra Unione europea a Canada. Pare che tutto il futuro commerciale ruoti attorno al CETA. C'è il rischio invece che sia solo "fumo negli occhi", o meglio, un accordo comunque parziale rispetto a quanto c'è in ballo più in generale.

Abbiamo chiesto all'economista e consulente Gianluca Bagnara di aiutarci a capire quali altri accordi commerciali sono in ballo.

- Accordo UE-Vietnam: il testo legislativo dovrebbe essere proposto dalla Commissione europea dopo la pausa estiva 2017. Ciò significa una possibile attuazione entro la fine del 2018. Va notato che il Vietnam non è nell'elenco statunitense dei paesi con i quali risulta prioritario un negoziato bilaterale.

- Accordo UE-Giappone: il negoziato non ha ancora raggiunto la fase politica. I negoziatori dell'UE continuano a sforzarsi di ottenere un accordo commerciale ambizioso, che comprenda l'agricoltura. Per la delegazione nipponica, la nuova politica commerciale statunitense costituiscono un ostacolo che impedisce loro di passare alla fase finale dei negoziati. In assenza di una riunione politica a marzo, i negoziati riprenderanno soltanto a fine 2017.

- Accordo UE-Mercosur: un nuovo ciclo di negoziati è previsto fra il 20 e il 24 marzo a Buenos Aires, con un dibattito politico sulla volontà di ambo le parti di avanzare una nuova offerta, possibilmente entro la fine di quest'anno. Se non ci sono progressi all'OMC, i paesi del Mercosur saranno particolarmente inclini a spingere per un accordo con l'UE.

- Accordo UE-TTIP: Non c'è un calendario definito, in quanto la nuova amministrazione non è ancora insediata (ad esempio, il negoziatore agricolo per l'USTR non è ancora stato nominato).



- Accordo UE-Messico: la revisione dell'accordo commerciale è già iniziata. Il Messico è interessato ad approfondire il suo partenariato commerciale a causa della tensione commerciale con l'accordo NAFTA. Possibile calendario per un accordo: metà 2018.

- Accordo UE-Nuova Zelanda: la Nuova Zelanda aspetta un accordo commerciale con l'UE da 9 anni. Un progetto di mandato negoziale dovrebbe essere presentato al Consiglio dell'UE entro l'estate 2017. I negoziati formali potrebbero iniziare nel 2018, ma si prevede un lungo processo.

- Accordo UE-Australia: anche qui, nessun calendario specifico per il mandato negoziale. La volontà di affrontare la questione del settore dei servizi sarà di importanza strategica. Per il settore agricolo, barriere non tariffarie e IG potrebbero essere i punti più delicati.

- Accordo UE-Turchia: la revisione dell'Unione doganale è iniziata. La DG TRADE dovrebbe presentare la propria strategia quest'anno, con l'inclusione dell'agricoltura nell'Unione doganale. Questo dossier è legato al processo di riunificazione di Cipro. Per l'agricoltura, le misure sanitarie e fitosanitarie imposte dal governo turco sono la questione più importante.



- Accordo UE-Tunisia:
la DG TRADE ha avviato una consultazione sulle preoccupazioni commerciali fra l'UE e la Tunisia. Questa fase potrebbe costituire la prova decisiva prima di procedere con un accordo di libero scambio fra UE e Tunisia.

Valutazione impatto su agricoltura
La Commissione Europea ha svolto uno studio di impatto dei diversi accordi o negoziati internazionali sull'agricoltura europea (Cumulative economic impact of future trade agreements on EU agriculture, Joint Research Centre, Directorate for Sustainable Resources, Economics of Agriculture unit)

"La proiezione di impatto sui prezzi agricoli nella UE - spiega Bagnara - al 2025 conseguente ai diversi accordi commerciali potrebbe essere negativa per i settori: riso, semi oleosi, carne bovina, carne avicola, zucchero. Risulta invece essere positiva sui prezzi per il settore caseario, carne suina e vino. Poco influente per l'ortofrutta".



La produzione e il commercio dell'UE non sembra influenzata troppo dagli Accordi di Libero Scambio sotto nessuno degli scenari esaminati dallo studio. In sintesi, la produzione europea diminuisce leggermente, mentre l'importazione e l'esportazione aumento. Nel complesso, la bilancia commerciale con i partner degli accordi si deteriora da meno di 200 milioni di euro; il Mercosur sembra essere il partner che migliora la più sua bilancia commerciale verso l'UE.

"La ragione di questo impatto limitato - continua Bagnara - sulla frutta e verdura UE è duplice. Dal lato delle importazioni, le aliquote tariffarie imposte sulle importazioni da parte dei partner di libero scambio sono già piuttosto basse. Quindi la liberalizzazione del commercio non ha alcun significativo impatto diretto. Così, i possibili cambiamenti sono per lo più indiretti dovuti a impatti più significativi in altri settori agroalimentari".

"Dal lato delle esportazioni, il commercio avviene tra UE ed i partner degli accordi è caratterizzato da tariffe e volumi limitati. La destinazione principale per le esportazioni UE è il resto dei paesi europei e MENA (Mediterraneo e Nord Africa) mentre la quota di altri partner internazionali aggiunge solo il 10%. Quindi, la liberalizzazione degli scambi non hanno un impatto sul modello generale di commercio".

Per quanto riguarda il Canada è interessante sottolineare il riconoscimento dei marchi comunitari DOP e IGP. Questo potrà favorire l'export dei prodotti a marchio di origine qualora ci siano i volumi ed organizzazione commerciale adeguati.

Contatti:
Gianluca Bagnara
E-mail: g.bagnara@agraria.it