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Tim O'Malley, Nationwide Produce & Vitaal Europe

In crescita la percentuale di ortofrutta coltivata in serra

In passato, Nationwide Produce è stata una vera esperta nel campo degli ortaggi a radice, ma dopo la nascita del reparto di prodotti esotici nel 2007, del reparto frutta nel 2015, e delle attività nei Paesi Bassi della Vitaal Europe, precisamente a Poeldijk (2004) e Emmen (2009), la gamma di prodotti offerti dall'azienda si è estesa considerevolmente. Si è, inoltre, ampliata in Europa meridionale attraverso l'istituzione della Nationwide España, il primo gennaio del 2009.

"Abbiamo cominciato nel 1975 a Southport, come operatori commerciali nel settore ortofrutticolo locale - ha spiegato Tim O'Malley, direttore amministrativo del gruppo - e oggi siamo una delle aziende di ortofrutticoli più grandi del Regno Unito. Lo scorso anno abbiamo commercializzato 266 prodotti provenienti da 771 fornitori e destinati a 994 clienti. Siamo anche agricoltori, in quanto coltiviamo 160 ettari di ortaggi a radice".



O'Malley è fiero dell'espansione della gamma dei prodotti. "Ogni settimana ci occupiamo di 6.500 transazioni di vendita, tutte gestite a Southport dal nostro sistema informatico interno. Le vendite in Regno Unito costituiscono ancora la principale attività della Nationwide, e rapprentano l'80% del fatturato totale - ha detto Tim - Se consideriamo le 6 filiali continentali e la sede di Belfast, possiamo dire di avere una buona posizione per la compravendita di prodotti in Regno Unito e in Irlanda. Forniamo imprese di imballaggio strettamente connesse ai maggiori retailer inglesi. Siamo sempre stati un'attività di famiglia e tutti i prodotti sono sempre freschi; l'impegno per la qualità del prodotto è il fulcro del nostro business".

"I nostri prodotti sono venduti in altre 23 nazioni. Il Regno Unito è un Paese importatore, quindi circa il 60% dei nostri prodotti ortofrutticoli sono acquistati all'estero. La nostra sede spagnola, situata nella regione orticola di Almeria esporta verso l'Europa settentrionale, mentre la sede di Emmen è in affari con l'Europa centrale, la Scandinavia e gli Stati Baltici. Le nostre strutture di Poeldijk per la Vitaal Europe, sono collocate strategicamente in mezzo alle più importanti aree produttive europee e vicino al porto di Rotterdam, così da avere facilmente accesso ai prodotti importati da tutto il mondo. Non saremmo stati in grado di organizzare tutto questo dalla sede inglese. Non possediamo quel genere di centri agro-logistici tipici dei Paesi Bassi e, come se non bastasse, le aziende agricole inglesi non sono brave a collaborare tra loro".

Sebbene i consumatori inglesi preferiscano i prodotti locali, in Regno Unito le superfici coltivate in serra non sono aumentate per anni. "Dobbiamo confrontarci con condizioni climatiche simili a quelle olandesi - ha affermato Tim - ci sarebbe quindi molto potenziale nella crescita del settore della produzione ortofrutticola in serra. Crescita che, però, non si è ancora verificata. Questo non è per noi un problema, dal momento che possiamo contare su prodotti coltivati in serra provenienti dai nostri fornitori spagnoli e olandesi".

Alla domanda se la Vital Organics diventerà un'ulteriore sezione, il direttore amministrativo risponde negativamente. "Osservando le vendite del biologico nel Regno Unito, si può notare come gran parte di queste si effettuino soprattutto nelle grandi città e nelle regioni sud-orientali. Siamo ben rappresentati soprattutto a nord, e il consumo di prodotti biologici lì è piuttosto ridotto. Inoltre il nostro mercato principale è rappresentato dai servizi per la ristorazione, in cui le vendite di referenze bio sono irrilevanti".

Si prevede una crescita, invece, nel settore dell'ortofrutta esotica. "L'avocado è in cima a ogni classifica. E' davvero impressionante il modo in cui questo prodotto sia decollato. Comunque, negli ultimi anni, è aumentata notevolmente anche la popolarità delle patate dolci e della zucca".

Infine, ma non meno importante, abbiamo posto a Tim O'Malley l'inevitabile domanda a proposito delle conseguenze della Brexit sul settore ortofrutticolo inglese. "Gli effetti non sono così negativi come abbiamo pensato all'inizio. Per quanto riguarda le esportazioni, la Brexit potrebbe presentare addirittura dei benefici, se non fosse che il Regno Unito esporta solo piccoli quantitativi di ortofrutta. Il fatto che ci siano 65 milioni di abitanti sull'isola significa che siamo, piuttosto, grandi importatori: importiamo, infatti, il 50% delle verdure che consumiamo, e il 90% della frutta".

"Il problema maggiore sono i lavoratori immigrati. A seguito della svalutazione della Sterlina, i lavoratori stagionali hanno visto i loro salari abbassarsi a livelli di quelli dei loro paesi d'origine, e se se ne andassero non potremmo mai colmare il vuoto assumendo solo lavoratori inglesi. Per questo sono particolarmente contento che, diversi anni fa, abbiamo preso la decisione strategica di espandere la gamma dei nostri prodotti. La quota degli ortaggi a radice è ancora piuttosto stabile, ma siamo cresciuti notevolmente nel settore dei prodotti ortofrutticoli coltivati in serra".

Per maggiori informazioni:
Tim O'Malley
Group Managing Director
Nationwide Produce PLC
Tel: +44 (0) 1406 490490
Email: tim@nationwideproduce.com
Web: www.nationwideproduce.com

Testo e traduzione FreshPlaza. Tutti i diritti riservati.
Data di pubblicazione: