A Macfrut previsti espositori da 40 nazioni diverse
"Ci saranno così tanti operatori cinesi, come non ci sono mai stati - dice Piraccini - tenendo presente che la Cina è il paese partner del 2017. Al momento gli importatori del colosso asiatico hanno il via libera solo sull'acquisto di kiwi italiano, ma occorre preparare la strada per quando si avrà il via libera su agrumi e pomacee. Solo che sull'intesa per i protocolli serve un lavoro che non è compito di una fiera. Noi possiamo limitarci a mettere in contatto le imprese, ma gli accordi bilaterali non spettano a noi".
Il presidente scommette molto sull'Africa e su Paesi come il Sudan. "Questa nazione - precisa - sarà presente con una doppia grande area: in una ci saranno i produttori di frutta tropicale, nell'altra gli importatori, per un totale di 30 imprese. In entrambi i casi, cercano partner per vendere e per comprare. Inoltre vorrei sottolineare il grande lavoro svolto da Simona Autuori, referente dell'Ice in paesi come Etiopia, Tanzania, Uganda, Kenya. Grazie a lei queste nazioni saranno presenti in fiera e le prospettive di sviluppo sono notevoli".
A tre mesi dalla rassegna (10-12 maggio), si possono dare dei numeri quasi definitivi. I padiglioni della fiera di Rimini occupati dal Macfrut saranno 8; 40 i Paesi esteri presenti con stand, con un aumento del 30% rispetto al 2016. Fra i nuovi, da citare Angola, Etiopia, Uganda, Guatemala, Nicaragua, Costarica e Uruguay. Delegazioni di operatori arriveranno da Mozambico, Zimbabwe, Zambia, Sudafrica, Senegal, Ghana, Kazakistan, Uzbekistan e Kirghizistan.
L'Angola sarà presente con "Rede Camponesa" un raggruppamento di oltre 30 imprese che partecipano alla fiera per cercare contatti commerciali, ma soprattutto per migliorare la loro filiera ortofrutticola.
"Anche con il Messico abbiamo allacciato rapporti - dice il presidente - tramite il loro ambasciatore. Fino a poche settimane fa, il paese centro americano comprava e vendeva con gli Stati Uniti. Oggi si sta guardando attorno e gli operatori italiani dovrebbero valutare anche questa nazione come possibile partner. Anche in questo caso però servono accordi bilaterali, da firmare in fretta, perché come al solito la nostra frutta non può essere esportata per una questione burocratico-doganale".