Iscriviti alla nostra newsletter giornaliera e tieniti aggiornato sulle ultime notizie!

Iscriviti Sono già iscritto

State utilizzando un software che blocca le nostre pubblicità (cosiddetto adblocker).

Dato che forniamo le notizie gratuitamente, contiamo sui ricavi dei nostri banner. Vi preghiamo quindi di disabilitare il vostro software di disabilitazione dei banner e di ricaricare la pagina per continuare a utilizzare questo sito.
Grazie!

Clicca qui per una guida alla disattivazione del tuo sistema software che blocca le inserzioni pubblicitarie.

Sign up for our daily Newsletter and stay up to date with all the latest news!

Registrazione I am already a subscriber

Una banca iraniana di massima sicurezza per tutelare lo zafferano

Sembra aver suscitato un certo scalpore la notizia che vede la fondazione, in Iran, di una banca di massima sicurezza per custodire grandi quantità di zafferano.

L'Iran è il maggior produttore ed esportatore mondiale di zafferano, con il 90% della produzione globale. Sarà la città di Torbat Heydariyeh la sede della banca in questione, già una delle principali roccaforti di un prodotto che - per le produzioni eccellenti - arriva a quotazioni che si aggirano intorno ai 65 dollari al grammo.

Francesco Cannavò, produttore di zafferano siciliano a marchio "Zafferano Rosso Etna" commenta per Freshplaza quanto sia importante tutelare e mettere in sicurezza un prodotto non solo dalle intemperie dei mercati, ma garantendo anche uno stato di conservazione ottimale: nel caso specifico, le proprietà di questa spezia si mantengono in ambienti idonei, con particolari condizioni di temperatura.

Non ultimo in ordine di importanza, la tutela degli agricoltori che ricevono dalla banca "certificati obbligazionari" che specificano le caratteristiche tecniche dello zafferano depositato.

"L'istituzione della banca iraniana dello zafferano assume un significato molteplice – sottolinea Cannavò - Innanzitutto la sicurezza. Per un prodotto che arriva ad avere una quotazione al grammo superiore all'oro non c'è altro da aggiungere. Dieci tonnellate di zafferano, ipotizzando un costo medio di 10 dollari al grammo, si traducono in un controvalore di 100 milioni di dollari. Al contempo, la concentrazione del prodotto permette una razionalizzazione sui costi e sui parametri di conservazione (temperatura, luce ed umidità)".



Molto interessante il rilascio dei "certificati obbligazionari" che la banca emette agli agricoltori che depositano la spezia. Intanto serve a certificare la qualità del prodotto e il suo valore commerciale a seconda della categoria riconosciuta. Nella sostanza, i certificati diventano moneta di scambio ufficialmente riconosciuta da una banca e ciò consente ai depositanti di poter avere un riscontro economico immediato per il frutto del loro lavoro, anziché aspettare l'eventuale vendita, rappresentando di fatto una sorta di finanziamento indiretto.



"A mio parere, il sistema – continua Cannavò - potrebbe diventare anche una sorta di borsa dello zafferano, in quanto il valore determinato alla consegna potrebbe anche subire delle variazioni a seconda delle evoluzioni di mercato. Per cui acquistare dei certificati potrebbe voler dire anche perderci o guadagnarci rispetto al prezzo di acquisto".

Una riflessione è necessaria sul prezzo medio al dettaglio del prodotto iraniano. I 2.000 dollari al chilo, che rappresentano una cifra impossibile da poter essere comparata con altri mercati mondiali. "Tuttavia non mi scandalizza poi troppo - commenta il produttore - Basti pensare che a questa cifra bisogna aggiungere, per avere un ragguaglio con il prezzo finale all'utente, il costo di confezionamento manuale, il packaging, la pubblicità, il trasporto e il guadagno degli intermediari".



Certo, il bassissimo costo della manodopera iraniana fa la differenza, unito a un sistema produttivo che non pone la qualità al primo posto: infatti, laddove si cerca l'eccellenza, il prezzo dello zafferano iraniano può arrivare a 65 dollari al grammo. Il doppio del valore di un prodotto di eccellenza italiano coltivato con metodi biologici e tracciato.

Per cui nessun timore per i produttori italiani che puntano sulla produzione biologica e sulla qualità. "E noi siamo tra questi! – conclude Cannavò - Lo zafferano prodotto dalla cooperativa Bio Campi, coltivato in regime biologico, è stato certificato dagli esami di laboratorio come di prima categoria per potere amaricante e odoroso, in base allo standard ISO 3632-1:2011" (cfr. FreshPlaza del 17/01/2017).