Mercato ortofrutticolo di Lusia (RO): il freddo scalda i listini
La forte ondata di maltempo che si è abbattuta in Italia a inizio anno, ha colpito pesantemente anche la zona del rovigino, con prolungate giornate di ghiaccio (le temperature sono arrivate anche a –7/8°).
Con i terreni congelati e di conseguenza anche gli ortaggi, i produttori sono stati costretti a sospendere le operazioni di raccolta. Anche sotto tunnel le verdure si sono gelate e pertanto risultava impossibile la raccolta. Soltanto le poche aziende con serre riscaldate hanno continuato a raccogliere e conferire il prodotto in mercato.
Da subito le disponibilità dei volumi di prodotto sono drasticamente diminuite fino ad arrivare a -23% rispetto ai quantitativi consueti che si registrano in mercato nel periodo in oggetto. Infatti, i primi quindici giorni di gennaio abbiamo registrato una flessione dei volumi in entrata di circa 123 tonnellate rispetto alla movimentazione registrata nello stesso periodo dello scorso anno. Questa perdita è stata meno pesante nella seconda parte del mese in quanto le temperature meno rigide hanno permesso, anche se con estrema difficoltà, la raccolta degli ortaggi.
Stessa situazione se non peggiore si è verificata al Sud, portando ai minimi termini la presenza dei prodotti meridionali presso la nostra struttura. La causa è da ricercare in parte dall'impossibilità di entrare nei campi per ghiaccio e in parte per i problematici collegamenti tra Sud e Nord per neve.
Pertanto, i quantitativi di prodotto presenti in mercato non sono stati in grado di soddisfare la richiesta di verdura. La domanda è stata molto dinamica e disponibile all'acquisto, anche se le quotazioni tendevano al rialzo in modo continuo. Come conseguenza (e qui abbiamo osservato l'applicazione della regola del libero mercato) il poco prodotto presente ha visto inevitabilmente salire i prezzi di vendita che in pochissimi giorni sono arrivati alle stelle.
Tra gli aumenti più pesanti spiccano: la bieta da costa con +120% rispetto alle quotazioni di gennaio 2016 con punte dei prezzi di € 1,50-1,80/kg; nel giro di tre giorni i prezzi delle carote con foglie sono aumentati del +38% con quotazioni tra l'euro/20 e l'euro/80; la catalogna +55% e quotazioni giornaliere di € 1,20-1,70/kg; le lattughe aumentate del 120% con quotazioni che hanno superato i 3,00 euro/kg; il prezzemolo +160% superando brillantemente i 3,50 euro/kg. Al contrario, per alcuni prodotti le cui disponibilità sono state più che sufficienti poiché raccolti prima dell'evento e conservati in magazzino, le quotazioni sono addirittura diminuite: patate, zucche e cipolle.
Sicuramente queste criticità riscontrate a gennaio (volumi di prodotto scarsi e quotazioni sostenute) si ripercuoteranno, anche se in tono minore, pure a febbraio.
Dal mercato osservano: "Risulta d'obbligo fare una piccola riflessione. In questi giorni si è fatto un gran dire del caro prezzo dei prodotti ortofrutticoli a seguito dell'eccezionale ondata di maltempo che ha colpito non solo l'Italia ma gran parte dell'Europa. Giornali, televisioni, associazioni di consumatori, hanno parlato di una eventuale speculazione messa in atto dalle aziende agricole praticando forti aumenti dei prezzi degli ortaggi".
"A difesa dei produttori va detto che l'ondata di maltempo ha prodotto una perdita quantitativa di ortaggi in campagna di oltre il 40%, poiché non raccolti in quanto compromessi dall'azione del ghiaccio. Della parte raccolta, i produttori hanno dovuto fare una pesante selezione di pulizia dalle foglie compromesse dal ghiaccio, togliendo un ulteriore 10% di prodotto. La somma dei due dati porta alle aziende agricole una diminuzione quantitativa di ortaggi (40% + 10%) e di conseguenza una forte perdita economica, compensata in minima parte dall'aumento delle quotazioni".