A Marca si esamina il trend del Biologico: crescita lenta ma costante
"Nel 2000 il biologico era davvero una nicchia - ha spiegato l'esperta - con solo lo 0,7% del mercato. Oggi siamo a quota 3%. Un articolo che ha molto successo, e che lo scorso anno ha raggiunto un valore di 84 milioni di euro, è la confettura bio. Ma anche la frutta secca è in crescita, con un valore di oltre 24 milioni di euro. Buona performance anche per le verdure di quarta gamma con 21 milioni; ma qui i margini di sviluppo sono davvero molto ampi".
"Arriveremo al 20% del mercato in un arco di tempo breve - ha detto con una certa enfasi Roberto Pinton, segretario di Assobio - anche perché i più sensibili sono i giovani, che poi si portano avanti l'abitudine anche in età adulta".
Silvia Zucconi di Nomisma
Silvia Zucconi ha tracciato un identikit del consumatore biologico: centro Italia, titolo di studio elevato, reddito medio/medio-alto. In 4 anni è aumentato l'indice di penetrazione nelle famiglie: si è passati dal 53% del 2012 al 74% del 2016, con un aumento di 1,2 milioni di famiglie che hanno effettuato almeno un acquisto.
Pinton ha poi elencato alcune delle più importanti aziende ortofrutticole del settore biologico: Canova (Almaverde Bio), che nel 2015 ha fatturato 63 milioni per 34mila tonnellate di prodotto; Osvaldo Pizzi con 22 milioni di fatturato e 10mila tonnellate di ortofrutta; Brio con 70 milioni e 37mila tonnellate.
Angelo Arrigoni (foto sopra) di Carrefour ha detto che la sua catena sta cercando di rendere il bio accessibile a fasce di popolazione sempre più ampie. Ha mostrato le foto di un punto vendita a Milano, in una zona con molti uffici, dove frutta e verdura biologiche sono molto ricercate anche per gli spuntini di metà mattina o pomeriggio.
Vladimiro Adelmi (foto sopra) di Coop ha confermato il trend di crescita spiegando che un vasto assortimento favorisce l'acquisto di un numero sempre più ampio di consumatori.