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Agrumi italiani in Cina: evaporano le speranze di effettuare una prima spedizione di prova

Contrariamente a quanto auspicato qualche mese fa dal Servizio fitosanitario della Regione Sicilia e da alcune imprese esportatrici del territori, sembrano allontanarsi almeno al prossimo anno le condizioni per poter effettuare una prima spedizione di agrumi verso la Cina.

Dopo il completamento, a fine 2015, delle visite in Basilicata, Calabria e Sicilia da parte degli esperti dell'Organismo di Ispezione e Quarantena Cinese (AQSIQ), il protocollo di massima sui requisiti fitosanitari per l'esportazione di agrumi freschi dall'Italia alla Cina è stato approvato da entrambe le parti agli inizi di gennaio 2016.

Tuttavia, sono stati richiesti - dalla controparte cinese - ulteriori accertamenti e indagini relativamente alla presenza, negli areali italiani, di potenziali patogeni e parassiti nocivi da quarantena.

Il dott. Rosario D'Anna del Servizio fitosanitario della Regione Sicilia precisa: "Quando a fine luglio scorso abbiamo completato il dossier rispondendo agli ultimi quesiti della controparte cinese, ci spettavamo un 'via libera', invece agli inizi di dicembre abbiamo ricevuto ulteriori richieste di approfondimento, cui abbiamo risposto minuziosamente prima delle festività natalizie. Ora speriamo che il nostro Ministero e l'Ambasciata si facciano valere".

Questo imprevisto rallentamento nella messa in atto del protocollo già approvato induce a ritenere che tutto slitterà alla prossima stagione agrumicola. Un ritardo che va a ostacolare, a catena, ogni altra possibile apertura di qualsivoglia nuovo dossier negoziale su altri prodotti freschi, quali ad esempio pere e mele.

Come già detto in precedenza, infatti, anche se è possibile presentare diverse applicazioni simultaneamente, in genere, solo un prodotto per Paese viene ufficialmente preso in considerazione dalle autorità cinesi (cfr. precedente articolo).

Per l'ortofrutta italiana, la Cina non sembra poi così vicina...