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Reputazione del Cile a rischio per via degli scioperi terminati la scorsa settimana

Dato il fallimento dei negoziati tra il governo cileno e le organizzazioni sindacali, era stato annunciato che lo sciopero dei dipendenti pubblici (cfr. FreshPlaza del 14/11/2016) sarebbe stato esteso, per un totale di tre settimane di fila di scioperi e manifestazioni. Giovedì 17 novembre si è però arrivati a una risoluzione.

Questo sciopero stava avendo un impatto sull'intero Paese, e in particolare sul settore della frutta, dal momento che il lavoro delle dogane e del SAG (il Servizio per l'agricoltura e il bestiame), enti importanti per il commercio frutticolo all'estero, erano stati seriamente interessati.


Luis Schmidt durante il suo intervento alla fiera PMA Fruittrade 2016.

Ancor prima che lo sciopero terminasse, il presidente di Fedefruta Luis Schmidt aveva affermato: "Per fortuna, si tratta di uno sciopero parziale, ma questi ritardi hanno influenzato negativamente la qualità e il flusso delle esportazioni. Se teniamo conto del fatto che le campagne di ciliegie, mirtilli, nettarine e albicocche sono in pieno corso in Cile, i problemi con la consegna ai porti, i ritardi in dogana e il processo di esportazione stanno causando enormi danni economici per tutte le parti coinvolte".

Danni alla reputazione, un problema più grande delle perdite economiche
Dal momento che l'85% delle ciliegie cilene è destinata alla Cina, Schmidt ha dichiarato: "Siamo in perdita; mentre una cassa di ciliegie costa circa 200 dollari se spedita per via aerea, ripristinando le altre modalità di trasporto, come ad esempio la spedizione marittima, il prezzo potrebbe diminuire fino a circa 50 dollari. In ogni caso, non è questo il problema più grande, ma la misura in cui gli scioperi potrebbero aver pregiudicato la nostra reputazione come Paese affidabile e serio: un impatto molto più distruttivo rispetto alle perdite economiche subite".


Luis Schmidt in una conversazione con il presidente del Cile.

Il presidente dell'Associazione ha concluso: "Cosa succederebbe se, come abbiamo già visto in passato, queste mobilitazioni avessero un impatto anche su altri settori, come ad esempio i nostri porti? Si innescherebbe una reazione a catena, dal momento che il 92% del commercio internazionale del Cile è effettuato via mare. Dobbiamo adottare misure preventive. È necessario avere una legge che regoli rigorosamente le norme per i prodotti deperibili, in modo che il commercio di questi prodotti non venga influenzato".

Testo e traduzione FreshPlaza. Tutti i diritti riservati.
Data di pubblicazione: