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Import dal Sudafrica: gli agrumicoltori UE chiedono maggiori controlli e misure compensatorie

Agrinsieme esprime soddisfazione per le decisioni prese al termine della riunione del gruppo di contatto di Italia-Francia-Spagna sugli agrumi tenutasi a Valencia nei giorni scorsi. "Abbiamo lavorato in maniera coesa e costruttiva - questo il commento del coordinamento tra Cia, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle cooperative del settore agroalimentare - e abbiamo concordato su alcune azioni prioritarie da portare avanti".

Innanzitutto si è deciso di chiedere alla Commissione europea di elaborare uno studio di impatto, che sinora non è stato mai previsto, per verificare le importanti concessioni, nel comparto agrumicolo, di cui andranno a beneficiare i Paesi sudafricani che hanno sottoscritto l'accordo di partenariato economico con l'UE e di attivare delle misure compensative per ridurre i negativi effetti dell'intesa. Tra i possibili interventi che l'UE dovrebbe prevedere è stata contemplata la possibilità di stabilire contingenti alle importazioni di agrumi provenienti dal Sudafrica nel momento in cui questi si sovrappongono alla produzione europea, per evitare distorsioni di mercato.

Il gruppo di contatto ha inoltre evidenziato le preoccupazioni legate all'ingresso di fitopatie, attualmente non presenti, come CBS (Citrus Black Spot) o greening, nel territorio europeo. Le recenti modifiche normative purtroppo non prestano sufficiente attenzione al rischio fitosanitario che l'UE rischia di correre con le importazioni. Tra tutte, la decisione comunitaria (n.715/2016) che stabilisce un indebolimento dei controlli alle importazioni, in particolare per gli agrumi destinati alla trasformazione. La salvaguardia della salute delle piante deve essere una priorità per l'UE - conclude Agrinsieme - per evitare che i numerosi sforzi che si stanno compiendo, per recuperare il gap provocato dal virus "tristeza", siano vanificati.
Data di pubblicazione: