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Lazio: un approfondimento a tutto tondo sull'Agricoltura 2.0

Agricoltore, o ristoratore 2.0 - se così si può definirli - nuova veste per tutti gli "attori" del settori dell'agroalimentare, dalla coltivazione della terra alla trasformazione dei prodotti, fino al trasporto e alla somministrazione. Un mondo molto vasto di soluzioni innovative è stato portato il 7 ottobre 2016 nell'Aula Magna del Dipartimento di Ingegneria Informatica dell'Università la Sapienza di Roma da Carlo Hausmann, assessore della Regione Lazio all'Agricoltura, settore che per la stessa regione potrebbe contare su parte dei 780 milioni che la Pisana ha a disposizione per la filiera agroalimentare.



In via Ariosto, sede del dipartimento che ha ospitato la manifestazione "Il Futuro è Mobile - una giornata per l'innovazione del sistema agroalimentare", sono arrivate soluzioni di ricercatori appartenenti a più atenei, Tor Vergata, Roma Tre, Università della Tuscia, insieme a startup e a realtà aziendali. Così sono venuti fuori veri e propri laboratori viaggianti per la trasformazione di prodotti ortofrutticoli e non solo, mezzi su ruote allestiti nel rispetto delle regole sanitarie e strumentali da mettere a disposizione di realtà agricole o di allevamento che non hanno un proprio spazio di trasformazione, in modo da avere le proprie fragole, pomodori, ortaggi, frutta trasformati in composte, marmellate, oppure sughi in barattoli grazie a questi mezzi innovativi.



Ma la tecnologia non è solo questo: esistono soluzioni di monitoraggio satellitare accoppiati al sorvolo di droni che, a loro volta, trasmettono i dati a robot su ruote che estirpano erbe infestanti, controllano lo stress idrico dei terreni. Sensori come francobolli, autoalimentanti e senza batterie, collocati anche sugli stessi frutti per monitorarne lo stato e arrivare fino a dare al consumatore la piena tracciabilità. Poi controllo dell'umidità presente nell'aria dei terreni, l'illuminazione solare, la temperatura e l'idratazione dei terreni.



"Il settore agroalimentare italiano è in forte ritardo rispetto ad altri Paesi – ha rimarcato Eugenio Gaudio, rettore de La Sapienza – Bisogna procedere sulla condivisione dei saperi per non perdere il treno dell'innovazione. La filiera è complessa e sappiamo molte più cose di quelle che mettiamo in pratica. Si deve da subito cambiare rotta".



Non c'è fine alle possibilità che consentono di effettuare mappature dei propri lotti in modo da monitorare il vigore vegetativo, il tenore zuccherino, avere un indice della massa fogliare o del rischio di attacchi fitopatogeni.

Il mondo dell'ortofrutta e degli altri settori dell'agroalimentare e zootecnia ne potranno avere grandissimi vantaggi anche per le soluzioni dal costo non eccessivo e sostenute da campagne ad hoc della Regione Lazio.



"La Regione ha disponibili 780 milioni di euro da spendere per il settore – ha detto l'assessore Carlo Hausmann – Quindi è possibile utilizzarne una parte per imprimere una spinta tecnologica. Nella nostra realtà il tessuto produttivo è fatto di aziende non grandi, devono quindi essere disponibili soluzioni adattabili su piccola scala che prevedano investimenti limitati, che non costringano i titolari delle aziende a chiamare continuamente tecnici per upgrade o tarature, ma soluzioni che rendano possibile il ricorso a tecnici già presenti nelle imprese. Siamo qui per lavorare non soltanto alle idee e ai metodi, ma alle soluzioni immediatamente cantierabili, a favore del nostro sistema d'impresa che vogliamo il più possibile autointegrato, affinché la filiera si concluda per intero all'interno dell'azienda agricola e del nostro territorio".



"Esistono nuove funzioni d'uso per la coltivazione, la trasformazione, la conservazione – ha proseguito Hausmann – Possono gli agricoltori adottarle? Certo che sì, grazie a semplici innovazioni". Una fra le tante quella appunto della trasformazione mobile del prodotto e l'utilizzo di contenitori speciali per la somministrazione, ambientalmente compatibili e riciclabili, pronti da dare in mano ai consumatori e "gustatori". "Considerando solo il mercato di Roma con i suoi 20 milioni di turisti - ha sottolineato l'assessore - immaginatevi poter gestire i nostri magnifici prodotti in maniera innovativa. Ma il senso deve essere anche quello di portare maggiormente il consumatore all'azienda e a rendere molto più semplice e diretto l'acquisto e la consegna di quanto desiderato fra le tantissime particolarità agricole, soluzioni di gusti tradizionali nel segno dell'innovazione".



"E' un bene l'incontro fra l'università, la ricerca e la tecnica per difendere il valore aggiunto delle aziende agricole. Il quadro oggi non è dei migliori – ha detto Antonio Rosati, amministratore unico dell'Arsial (Agenzia regionale per lo sviluppo e l'innovazione dell'agricoltura nel Lazio) – Assistiamo a un crollo di straordinarie proporzioni dei prezzi delle materie prime, simile a un periodo di crisi precedente, quello degli anni 70. Due gli elementi critici, il fattore terra e l'accesso al credito. A questi si aggiunge la sfida sulla qualità dei prodotti. Per la prima volta in decenni abbiamo ceduto 350 ettari di terreno pubblico consentendo a diverse realtà d'impresa di partire. Stiamo lavorando a un fondo immobiliare, mentre i tecnici dell'Arsial sono a disposizione delle imprese per l'accesso ai fondi del PSR".



"Come quadro generale, nel Lazio abbiamo oltre 60 mercati stabili dove le aziende agricole vendono ai consumatori – ha proseguito Rosati – A Roma oltre 80 gruppi d'acquisto, ancora pochi vista la mole della città e oltre cento nel Lazio. Il settore agroindustriale italiano mi preoccupa. Per esempio, chi certifica il Biologico? Aziende private. Su questo ci sono ampie zone d'ombra e solo qualche spiraglio di luce. Da qui la collaborazione piena sui tre punti critici con occhio attento alla qualità".

Soluzioni innovative e all'avanguardia quindi, quelle giuste per i titolari d'impresa agroalimentare evoluti, coloro che nel rispetto della tradizione e dei disciplinari possono avere un aiuto fondamentale in più per conoscere, istante per istante, lo stato dei terreni, dei prodotti e dei processi di trasformazione.



Diciassette gli studi arrivati da Roma, Lazio e dal resto d'Italia alla Facoltà di Ingegneria capitolina per questo incontro, alcune in fase di studio e prossime alla realizzazione, altre ampiamente avviate.

L'innovazione spinge per esempio a ideare luoghi del tutto nuovi come il progetto FICO Eataly World, 80.000 metri quadri dove si coltiva (7.000 metri quadri di colture) e si alleva, dove i prodotti vengono trasformati e lì acquistati e/o gustati dai consumatori: una sorta di parco tematico agroalimentare, praticamente dal campo alla forchetta, che conta su 40 fabbriche contadine artigianali con altrettanti laboratori per la trasformazione, struttura che si avvale anche di 44.000 pannelli fotovoltaici. Il tutto in fase di realizzazione nel ristrutturando Centro Agroalimentare di Bologna. Sforzo tecnologico notevole per coniugare spazi di trasformazione dell'ortofrutta e casearia, tanto per fare un paio di esempi, con la necessità della conservazione, l'approvvigionamento e l'offerta.



Per citarne un altro, la Self Globe, dedita alla valorizzazione di micro imprese agroalimentari realizzando filiere agroalimentari integrate, innovando la fase di trasformazione dei prodotti conservando e tutelando la genuinità e le specificità territoriali: mini impianti modulari "all inclusive" per realizzare ogni tipo di lavorazione in pochissimo spazio, quindi anche per la trasformazione dell'ortofrutta, il tutto in container o in mezzi mobili.

E ancora il Direttoo che connette produttori e ristoratori grazie a un'applicazione da smartphone o tablet: si mette in piedi una sorta di filiera per la fornitura diretta.

Dulcis in fundo Foodlocker, il frigorifero condiviso che fa connettere direttamente produttore agricolo e consumatore. Il sistema è modulare, sembra un insieme di armadietti da palestra. I produttori agricoli, i trasformatori dell'ortofrutta, ricevuto l'ordine, lasciano lì il prodotto (l'apparato è refrigerato): il cliente arriva subito dopo e, grazie a un codice che ha ricevuto sul suo smartphone, digita la serie di numeri su una tastiera così da aprire lo scomparto che contiene la sua spesa.


Sulla destra, l'assessore della Regione Lazio all'Agricoltura Carlo Hausmann

Ecco chi ha esposto il suo progetto.

- Foodlocker: il frigorifero condiviso che accorcia la filiera, Andrea Vitaletti (WSENSE e Sapienza Università di Roma);

- Soluzioni Elettromagnetiche per l'Agricoltura e la Viticoltura di Precisione, Fabio Del Frate (Dipartimento Ingegneria Civile e Ingegneria Informatica Università di Roma Tor Vergata);

- L'impiego dei transponders nell'allevamento animale, Umberto Bernabucci (Università degli Studi della Tuscia – Dafne);

- Direttoo. Dal Produttore al Ristoratore, Pierangelo Di Sanzo (Sapienza Università di Roma) e Diego Pelle (CEO Godiretti s.r.l.);

- Liber: un sistema di monitoraggio, cura e valorizzazione dei vigneti, Andrea Di Lonardo e Luca Fanelli (Dip. Ingegneria Civile e Ingegneria Informatica Università di Roma Tor Vergata);

- Soluzioni per la tracciabilità informativa (infotracing) per la filiera agroalimentare e forestale, Corrado Costa (CREA-ING);

- L'internet delle Cose applicato ai sistemi agricoli, Paolo Petrinca (Amministratore OMICA s.r.l.);

- Tecniche spettrali per certificare la qualità del cibo, Umberto Nanni (Sapienza Università di Roma);

- Cuc.: dalla fattoria alla tavola in un'app, Luigi Sciacca (presidente Cuc. s.r.l.);

- Buone pratiche nell'innovazione per l'agricoltura, Valentina Canali (Direttore Agro Camera);

- Prodotti alimentari deperibili e trasporto: le nuove frontiere, Riccardo Massantini e Roberto Moscetti (Università degli Studi della Tuscia);

- Impianti itineranti di macellazione e lavorazione alimentare, Tarcisio Senzacqua (Self Globe);

- Kit di analisi rapida, veloce e a basso costo per valutare la qualità e la sicurezza dei prodotti lattiero-caseari, Simonetta Amatiste (IZS Lazio e Toscana - Dir. op. Controllo igiene, produzione, trasformazione latte);

- Food 3.0. Il mobile Food nel progetto FICO, Sebastiano Sardo (direttore progetto FICO Eataly World);

- Tecniche e strumenti per l'agricoltura di precisione: il processo produttivo e le nuove figure professionali, Alessandro Paglialunga (Direttore Superelectric);

- Progetto StreetFoody, Franco Resti (Streetfoody);

- Robotica per l'agricoltura di precisione: progetto Flourish, Daniele Nardi (Sapienza Università di Roma).

Autore: G.G. per FreshPlaza
Data di pubblicazione: