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Russia chiama Italia: ecco le opportunita' di investimento

"Da sempre le aziende italiane hanno investito in Russia nei momenti più difficili, conquistando così quote rilevanti su questo mercato". Questa frase è di Cesare Maria Ragaglini, ambasciatore d'Italia nella Federazione Russa, pronunciata qualche mese fa, e rende bene l'idea degli stretti rapporti che esistono fra le due nazioni. Al di là della momentanea situazione di embargo, vi sono comunque ampi margini per le imprese italiane ma, da quanto è emerso a Macfrut, a mancare forse è la giusta convinzione.


Evgeniya Kravchenko durante il convegno a Macfrut

"E invece gli italiani possono fare molto in Russia e ricevere molto da questo paese – ha affermato Evgeniya Kravchenko, esperta in marketing e promozione per il settore food, durante un incontro alla fiera a Rimini - E il settore ortofrutticolo, in particolare, è uno di quelli con il maggior margine di crescita". La regione dove l'ortofrutticoltura è più sviluppata è Krasnodar.

In Russia, dopo un periodo di crescita economica, ora si è in una fase recessiva. L'inflazione è elevata (al 13% nel 2015), il Rublo si è deprezzato fino al 45% rispetto all'Euro, toccando nel 2016 il rapporto 89 rubli per 1 euro. Le importazioni si sono ridotte di quasi il 40%. Le previsioni del Ministero dell'Economia dicono che ci sarà un inizio di ripresa nel 2017. Però il comparto agroalimentare è in crescita (2%). Non c'è da stupirsi: anche in Italia, durante la crisi, è stato questo settore a "mandare avanti la baracca".

 

La Russia ha deciso di rilanciarsi limitando le importazioni e diventando più autarchica, ma lasciando spazio agli investimenti esteri. Nel 2014, il governo russo ha approvato oltre 500 progetti di investimento stranieri. "Nel 2015 – ha detto Evgeniya – l'import di prodotti agricoli e alimentari è diminuito del 33 per cento". Eppure la Russia necessita di 20,5 milioni di tonnellate di verdure l'anno.

L'analista economico Gianluca Bagnara ha più volte sostenuto (cfr FreshPlaza de l'8/06/2016) che l'embargo è una forma di autotutela e che durerà parecchi anni. La Russia è una grande potenza, ma può essere messa alla fame in pochi giorni perché non è ancora autosufficiente da un punto di vista alimentare, se non per un misero 15%; l'obiettivo di Putin però è raggiungere il 50% nel volgere di pochi anni.

Evgeniya ha concluso che "Le priorità in Russia sono finanziare la costruzione di serre per produrre ortaggi per un periodo più lungo e sviluppare le infrastrutture e la logistica. Il governo pagherà il 20% delle spese sostenute per costruire le serre, da un minimo di 3 ettari a un massimo di 30 ettari. Il materiale può essere di importazione per un massimo del 70%".