Nei prossimi 30 anni saranno sempre piu' frequenti le primavere anticipate
Alluvioni, siccità, ondate di calore, ciò che gli esperti chiamano eventi estremi, si stanno intensificando in diverse parti del mondo e in modo irregolare compromettendo l'idea di stabilità cui siamo abituati: comunità distrutte, danni economici a persone e interi sistemi produttivi alterati.
Uno studio della Cornell University pubblicato su Climate Dynamics dice che le primavere calde nella regione dei Grandi Laghi e nelle regioni del nord-est che creano il caos per i coltivatori potrebbero essere anticipate entro il 2050 se non si ridurranno le emissioni di gas serra.
Le primavere calde sono anomalie che, secondo questa nuova analisi del modello climatico, rischiano di manifestarsi più frequentemente entro la fine di questo secolo. Toby Ault, ricercatore in Scienze della Terra e dell'Atmosfera presso la Cornell University e autore dello studio, ha detto: "La primavera del 2012, con il suo caldo estivo, ha indotto la dormienza nelle piante con un conseguente impatto sulla produzione. Questo è stato uno scenario da incubo per molti produttori e ci ha mostrato una fotografia di ciò che il riscaldamento globale potrebbe comportare in questa regione."
I meteorologi hanno detto che il marzo 2012 è stata la primavera più anticipata dal 1900 e la dormienza invernale delle piante è stata prematuramente interrotta. Dopo un caldo inverno 2011-2012, alcuni frutteti hanno anticipato la fioritura prima del solito e, quando le temperature si sono abbassate in aprile, la produzione è stata distrutta con ingenti perdite economiche.
Le precoci temperature insolitamente calde nella primavera del 2012 hanno portato a avere un marzo più caldo, facendo registrare valori record in più di 15mila siti statunitensi. Il modello sviluppato mostra che la frequenza e l'intensità delle primavere precoci potrebbero verificarsi più di un mese prima, per esempio, nella regione dei Grandi Laghi entro il 2080.
Ault ha continuato: "E' ora il momento di agire per ridurre le emissioni di gas serra; se non interveniamo, saranno anni disastrosi per gli agricoltori statunitensi e fra 30-40 anni a partire da oggi questa situazione rischierà di diventare la normalità, insieme ad altri impatti che si stanno valutando."
I ricercatori hanno cercato di capire i tempi di transizione stagionale per offrire strategie e affrontare questi cambiamenti. Ault ha spiegato: "Per garantire che i nostri modelli siano accurati, distinguiamo e separiamo la normale variabilità climatica dalle alterazioni atmosferiche a lungo termine utilizzando un nuovo insieme di simulazioni del cambiamento climatico."
La ricerca è stata supportata da the United States Geological Survey, National Science Foundation, the USA National Phenology Network.
Fonte: www.growingproduce.com