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L'obiettivo: donare 200mila pasti

Lotta allo spreco alimentare: il caso 'dal basso' di Amazon Italia

In Italia, in collaborazione con il Banco Alimentare, Amazon recupera le eccedenze alimentari che commercializza attraverso il proprio servizio, "operazione che ci permette di fatto di arrivare su un gruppo eterogeneo di associazioni caritatevoli e ben distribuito sul territorio", spiega Fabio Stefanini, senior product manager di Amazon, all'interno di un'intervista come parte di una serie di workshop sul tema promossi da ECR Italia, coordinati dal Politecnico di Milano, con la partecipazione di Fondazione Banco Alimentare.



"La lotta alle eccedenze alimentari - riprende Stefanini - passa attraverso due macro-azioni. La prima è la prevenzione, quindi la gestione ottimale del magazzino, e la seconda, nei momenti in cui si creano delle eccedenze, quella di valorizzarle la meglio", trovando a chi destinarle.

Nella lotta allo spreco alimentare, il caso Amazon è emblematico perché è una di quelle iniziative che possiamo definire nate dal basso. La necessità di donare questo cibo (che altrimenti sarebbe stato buttato via, ndr) è arrivata dal magazzino di Amazon, dove gli impiegati vedevano tante eccedenze. Da lì, attraverso Amazon nella Comunità, un gruppo di colleghi che si trova mensilmente per proporre migliorie per la comunità nella quale lavorano, è arrivato l'input per pensare a un processo di donazione di queste eccedenze.



Il risultato è che "ad oggi - riprende Stefanini - abbiamo donato 120mila pasti in Europa e l'idea è quella di arrivare entro fine anno a 200mila pasti".