Nella commercializzazione dei prodotti alimentari, ortofrutta compresa, la parola d'ordine degli ultimi anni sembra essere tracciabilità: dare cioè la possibilità al consumatore finale di risalire a zona d'origine, metodi di coltivazione, trattamenti fatti, informazioni che poi ne orienteranno la scelta d'acquisto. Ma un sistema di tracciabilità può essere costoso, tagliando fuori soprattutto i piccoli produttori e i piccoli trasformatori almeno finora. Dalla collaborazione tra i giovani di Coldiretti e la software-house Tech Gap, specializzata nella realizzazione di app e servizi internet è nata TRusT™.
Si tratta di un servizio di tracciabilità che il produttore può sfruttare appoggiandosi a una piattaforma unica, successivamente personalizzabile. Nel concreto, il produttore che voglia rendere tracciabile la propria catena produttiva si iscrive al portale web di TRusT™ (al riguardo è possibile anche un periodo di prova gratuito di 60 giorni) e qui inserire tutte le informazioni necessarie alla tracciabilità: origine del prodotto, operazioni colturali, trattamenti effettuati, se è stato trasformato dove, quando e come è stato fatto, e così via.
Al termine della procedura, il produttore può passare all'etichettatura del prodotto: TRusT™ permette di stampare etichette ex-novo, con tutte le informazioni previste per Legge, oppure integrando etichette che il produttore aveva già pronte. In entrambi i casi, il minimo comune denominatore ed elemento essenziale di TRusT™ è un QR-code stampato in etichetta.
A questo punto il prodotto arriva sul canale di vendita dove il consumatore può scansionare il QR-code con il proprio smartphone e da qui essere reindirizzato al portale web di TRusT™, alla pagina di quel prodotto e di quel produttore, e procedere con la sua scelta d'acquisto.