"Il prodotto italiano è molto richiesto. Mi sono recato in Ungheria un mese e mezzo prima della raccolta delle William per tastare il terreno. Parlando con alcuni clienti che lavorano pere, ho creato un legame diretto tra il frutto italiano, acquistato direttamente in campagna in collaborazione con le cooperative, e il commerciante ungherese. Stiamo procedendo con risultati soddisfacenti".
"Operiamo con cooperative di coltivatori italiani, che dispongono di celle di conservazione e quindi riescono a mantenere stoccato il prodotto fino a novembre/dicembre. Lo scopo è quello di ottimizzare i costi della campagna". Finora i bilici di merce italiana spediti (22 tonnellate circa di peso ognuno) sono sette. E a richiedere prodotto non è solo l'Ungheria, ma anche la Polonia".
In termini di prezzi, Igor sostiene che tutta la filiera è soddisfatta: il coltivatore della cooperativa guadagna di più (liquidato ad almeno 0,60 euro rispetto ai preventivati 0,40); il commerciante ungherese realizza 0,25 euro in più sul prezzo di magazzino. "E la soddisfazione arriva anche per me, perché vengo pagato subito a fine contrattazione". Nel mantovano, inoltre, pare che una cooperativa abbia liquidato i suoi produttori con quotazioni ancora più soddisfacenti: intorno ai 0,70 euro.
Interesse per le pere Abate si manifesta anche da parte della Svezia: acquisterebbero direttamente il prodotto grezzo nei campi italiani per lavorarlo successivamente in suolo svedese.
Per quanto riguarda le mele, la domanda ungherese e polacca è per il prodotto trentino. "Per via delle grandinate manca merce di buona qualità e le varietà richieste sono principalmente Jonagold, Idared e Golden. Ma per parlare di quotazioni si dovrà aspettare la prossima settimana".
Per maggiori informazioni: www.igortasso.it