Argentina: un minore raccolto di agrumi impedisce di beneficiare della domanda europea
Inoltre, la situazione attuale è stata influenzata da una bassa redditività generata negli ultimi anni da alcune colture, perciò molti produttori indipendenti hanno trascurato le loro terre, generando di conseguenza una produzione limitata. "Si tratta di un mix tra problematiche di produzione e di mercato. C'è poca frutta, ma la qualità è buona. Le società di dimensioni medie e grandi si sono prese cura delle loro produzioni e ora hanno rese adeguate, ma molti piccoli agricoltori non hanno adottato le misure appropriate".
Gli esportatori della zona hanno dichiarato: "A causa di perdite di produzione non abbiamo potuto approfittare di gran parte della richiesta europea. A livello nazionale non abbiamo abbastanza frutti dotati delle certificazioni richieste dall'UE, perciò l'esportazione è un po' più complicata. I costi elevati di queste certificazioni stanno obbligando molti esportatori a considerare di spedire i loro prodotti in altri mercati che sono più attraenti e meno esigenti. Negli anni, il numero di ettari certificati per l'esportazione in questo continente è diminuito di molto".
La situazione dovrebbe mantenersi la stessa nei restanti mesi della campagna, pertanto gli esportatori tendono a cercare Paesi che abbiano requisiti d'export più accessibili. "Preferiamo optare per Paesi come la Russia, dato che i costi delle certificazioni sono molto più bassi e la domanda è relativamente stabile. Destinazioni come Filippine e Indonesia sono mercati relativamente nuovi che stanno assorbendo parte della produzione inizialmente destinata alla Russia. Riceviamo 10 dollari per un cartone da 10 kg, vale a dire un prezzo simile a quanto abbiamo ricevuto negli anni scorsi".