Iscriviti alla nostra newsletter giornaliera e tieniti aggiornato sulle ultime notizie!

Iscriviti Sono già iscritto

State utilizzando un software che blocca le nostre pubblicità (cosiddetto adblocker).

Dato che forniamo le notizie gratuitamente, contiamo sui ricavi dei nostri banner. Vi preghiamo quindi di disabilitare il vostro software di disabilitazione dei banner e di ricaricare la pagina per continuare a utilizzare questo sito.
Grazie!

Clicca qui per una guida alla disattivazione del tuo sistema software che blocca le inserzioni pubblicitarie.

Sign up for our daily Newsletter and stay up to date with all the latest news!

Registrazione I am already a subscriber

La Russia decide per lo stop agli OGM

Alla fine di giugno 2016, la Duma ha approvato un disegno di legge che vieta la coltivazione e la diffusione di piante e organismi geneticamente modificati. E anche il governo potrebbe a sua volta proibire l'importazione in Russia di prodotti Ogm, se verrà dimostrata la loro nocività per la salute dell'uomo e dell'ambiente.

A partire dal 1 gennaio 2017 l'ingegneria genetica potrà essere utilizzata solo per test e ricerche di carattere scientifico. In caso di violazione della legge i pubblici ufficiali andranno incontro a una multa compresa tra i 150 e i 750 dollari e le persone giuridiche pagheranno una sanzione che potrà andare dai 1.500 ai 7.500 dollari. Finora in Russia era in vigore una moratoria sulla coltivazione degli Ogm che però non prevedeva sanzioni in caso di violazione delle norme.


A partire dal 1 gennaio 2017 l'ingegneria genetica potrà essere utilizzata solo per test e ricerche di carattere scientifico. Fonte: Sergej Malgavko/RIA Novosti.

Produttori soddisfatti e biologi scontenti
La legge è stata accolta con soddisfazione dai proprietari di aziende biologiche, che negli ultimi dieci anni hanno visto aumentare notevolmente i loro fatturati. "L'Ogm è un ottimo strumento per far sì che il mercato alimentare mondiale finisca sotto il controllo delle grandi multinazionali", sostiene Boris Akimov, fondatore della cooperativa agricola LavkaLavka.

A opporsi ai produttori è la comunità scientifica russa preoccupata che il divieto sugli Ogm nell'agricoltura possa avere delle ripercussioni negative anche sulla ricerca. "Tutti i genetisti progressisti saranno costretti a emigrare in Occidente", afferma Stanislav Polozov, genetista molecolare.

Due scenari possibili
Ora si prospettano due diversi scenari: la Russia diventerà un paese bio o arretrerà nella ricerca scientifica?

Dopo l'introduzione del divieto di coltivazione e importazione di Ogm gli esperti russi delineano due scenari possibili per l'agricoltura. Secondo lo scenario positivo, la Russia potrebbe trasformarsi in uno dei maggiori produttori mondiali di cibi organici. Secondo quello negativo il Paese potrebbe arretrare nel campo della biotecnologia rispetto a Paesi leader nel mondo come gli Stati Uniti dove i prodotti con l'etichetta Organic costituiscono il 4,2% di tutta la produzione e la vendita al dettaglio. In Russia tale percentuale, secondo le stime di Ifoam, risulta, tra l'altro, di gran lunga inferiore, e la quota di aziende biologiche certificate sul mercato sfiora appena lo 0,1%.

A detta di Aleksandr Panchin, diventare una superpotenza bio facendo a meno dell'ingegneria genetica sarebbe una vera assurdità. "Gli esempi di casi in cui l'ingegneria genetica è servita ad aiutare i produttori biologici a realizzare prodotti più puliti si sprecano". Molti Paesi utilizzano gli Ogm per ricavare ibridi e specie resistenti alla siccità, alle malattie, agli erbicidi, ai parassiti e a tutti i fattori nocivi dell'ambiente.

Con l'introduzione del divieto degli Ogm il Paese dovrà affrontare un altro problema serio. "In Russia mancano per il momento le basi per la produzione delle sementi e tutte quelle che si utilizzano nei campi russi sono d'importazione", spiega Stanislav Polozov. "Nel caso in cui gli importatori si rifiutassero di venderci sementi non geneticamente modificate ciò potrebbe implicare serie conseguenze che comporterebbero carestie e fame, perché non avremmo più niente da piantare".
Data di pubblicazione: