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Sudafrica: i frutticoltori mettono gli occhi sul mercato italiano

Il settore sudafricano della frutta da quasi 2 miliardi di euro sta esplorando nuovi mercati per espandersi; l'Italia, in particolare, è stata identificata come un mercato dalle buone prospettive.

Per promuovere commercio e investimenti tra i settori della frutta fresca in Italia e Sudafrica, Fruit SA, un organismo industriale che rappresenta i produttori locali, insieme all'Associazione Italiana per il Commercio Estero (AICE) hanno stipulato un protocollo d'intesa. Questo rappresenta parte di una strategia di crescita del settore frutticolo locale per espandere la sua presenza ed esplorare nuovi, mercati mantenendo e ottimizzando allo stesso tempo quelli esistenti. AICE rappresenta le società italiane che sono maggiormente impegnate in attività commerciali all'estero.

Il Sudafrica consuma il 13% di 4,7 milioni di ton di frutta fresca prodotte annualmente dai coltivatori locali. Circa 2,8 milioni di ton dei frutti finiscono sul mercato delle esportazioni, di cui la metà è diretta in UE e Regno Unito.

L'amministratore delegato di Fruit SA, Konanani Liphadzi, ha dichiarato: "Produciamo più frutta di quanta ne consumiamo e, con l'aumento della superficie coltivata, ci aspettiamo rese maggiori in futuro. Questo ci sta spingendo a creare piattaforme logistiche più favorevoli con i partner attuali, come l'Italia e a sondare nuovi mercati".

Liphadzi ha affermato che il protocollo d'intesa consentirebbe ai produttori sudafricani di avere contatti con gli importatori italiani di frutta. "Questo ci fornirebbe una visione delle ultime tendenze in termini di consumo di frutta in Italia. il protocollo ci farà capire meglio anche l'economia italiana e i regolamenti fitosanitari".

Il Sudafrica esporta la sua frutta - tra cui agrumi, mele, pere, susine, mango, avocado e noci di macadamia - principalmente in UE e Regno Unito, oltre che in Estremo Oriente, Russia, Medio Oriente, Stati Uniti e Canada.

"Al momento ci stiamo avvicinando a nuovi mercati come Giappone, Cina, Indonesia e India, dove potremo vendere la nostra frutta, dal momento che prevediamo una resa maggiore per il futuro". L'incremento di piantagioni in Sudafrica è stato determinato da vari fattori. "Una parte deriva da imprenditori agricoli che hanno acquistato più terreni e il restante arriva da vari programmi governativi di riforma agraria".

Ciononostante, i sudafricani non considerano la frutta come un alimento base. "Molti nuclei familiari in Sudafrica non possono permettersi l'acquisto di frutta". Tuttavia, secondo Liphadzi, l'aumento di persone appartenenti al ceto medio sta cominciando a invertire questa tendenza.

Fonte: bdlive.co.za
Data di pubblicazione: