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L'OP Ficodindia di San Cono rafforza le azioni commerciali e punta a una linea di prodotto biologico

Bilancio positivo in merito ai risultati a due anni dalla costituzione a San Cono dell'Organizzazione di Produttori denominata "Ficodindia di San Cono".

Si tratta di una società cooperativa agricola che ha come mission la concentrazione e la vendita della produzione fichidindicola del comprensorio che ruota attorno al comune di San Cono, in provincia di Catania, da decenni il maggior centro produttivo della Sicilia. Di fatto è l'unica OP siciliana costituita esclusivamente da fichidindicoltori e la più importante del comparto con 27 soci e 240 ettari di coltura specializzata.


I soci fondatori.

Sono molte le energie veicolate da un team giovane (età media 33 anni) composto inizialmente da 14 soci fondatori dell'O.P., ma in costante crescita, come dimostrano le nuove ammissioni a socio che nei due anni a seguire ne hanno incrementato la compagine sociale.

L'OP Ficodindia di San Cono opera nell'areale del circondario di San Cono e si estende ai territori dei comuni limitrofi, Mazzarino, Piazza Armerina e San Michele di Ganzaria. Vanta una produzione di frutto fresco con una potenzialità di circa 3.000 tonnellate che comprende sia frutti Agostani (non scozzolati) che Bastardoni (derivanti da scozzolatura del primo fiore).

Il periodo produttivo inizia a metà agosto e si protrae sino a dicembre, ma ciò dipende dall'andamento climatico. Sino ad ora non ci sono stati particolari problemi e comunque le criticità relative ai fabbisogni idrici vengono superate grazie alle irrigazioni.


Il Ficodindia di San Cono in esposizione e degustazione durante Expo Milano 2015.

Gli obiettivi che l'OP ha perseguito negli ultimi due anni hanno avuto come focus: la concentrazione della produzione di ficodindia, la commercializzazione a prezzi più remunerativi per i soci, l'abbassamento dei costi di produzione e la salvaguardia dell'ambiente. Negli anni i produttori hanno investito in tecnologie e avviato impianti per despinare, calibrare e confezionare i frutti.

IL bilancio commerciale dei volumi si aggira intorno a 2.300 tonnellate, con prezzi medi variabili a seconda del packaging (cassette di vari formati, vaschette etc) e delle modalità di vendita (sfuso, confezionato). I mercati principali restano quelli italiani con una quota del 20% venduto all'estero.


 
Antonio Lo Tauro

Ad oggi il decorso climatico è stato abbastanza favorevole, ma certamente condiziona parecchio il settore produttivo e commerciale perché un autunno non troppo caldo allunga la stagione produttiva e viceversa.

Un'attenzione particolare è dedicata alla promozione del prodotto su piattaforme commerciali per far conoscere efficacemente il territorio sui mercati globali.

"Allo stato attuale - dichiara il presidente Francesco Grassenio - siamo concentrati ad aumentare il nostro volume di affari nella produzione del fresco. Per questa ragione stiamo lavorando alla promozione della nostra organizzazione e del nostro prodotto con varie iniziative quali ad esempio: presenza su piattaforme internet e commerciali (siamo presenti sul portale "Valore Sicilia" e sulla nuova piattaforma Open Data di "Qualivita"), promozione e degustazione dei frutti presso la Gdo, partecipazione a fiere specializzate, realizzazione, già da questa campagna, di un progetto di promozione e marketing che ci permetta di utilizzare le risorse e le opportunità del nuovo PSR".

"Sono certo - prosegue il Dott. Grassenio - che gli sforzi compiuti in questi anni per la valorizzazione di un'eccellenza come il ficodindia stiano iniziando a dare i propri frutti e ciò non può che tradursi in un aumento reale del reddito dei produttori. Contestualmente - prosegue il presidente dell'O.P. - puntiamo a rafforzare le azioni commerciali sui mercati esteri, anche in virtù del fatto che la crescita complessiva della domanda è trainata da elementi di unicità e singolarità tipici di questo frutto e sui quali bisogna puntare per innescare azioni di espansione sui mercati che li ricercano".


Lo Tauro e Grassenio durante Expo 2015.

In merito alle prime produzioni di agosto si prevede un trend positivo, così dichiara il Dott. Agr. Antonio Lo Tauro: "Nella seconda metà di agosto inizia la raccolta dei cosiddetti frutti "agostani" quelli derivanti dalla prima fioritura, non sottoposti cioè a "scozzolatura". Quest'anno la produzione è abbondante e di buona qualità: le piogge di fine giugno e il deciso abbassamento delle temperature degli ultimi giorni hanno infatti contribuito, da un lato, ad aumentare la pezzatura e, dall'altro, a migliorarne consistenza e durezza".

"Il frutto agostano come quello tardivo è disponibile in due tipologie di prodotto, quello convenzionale e quello certificato biologico. La produzione di agosto ci permette di collocare in piena estate un frutto particolare e molto gustoso, che negli anni è riuscito sempre più a farsi apprezzare dai consumatori rispetto ad altra tradizionale frutta di stagione presente sul mercato".

"L'impiego dei frutti in nuovi processi produttivi consente oggi, con l'ausilio di moderne attrezzature di estrazione, di ottenere anche succhi e concentrati di ficodindia da impiegarsi come materia prima in attività quali produzione di birre artigianali e/o succhi di frutta. Tra gli obiettivi futuri, certamente la sfida principale è quella di riuscire a sfruttare appieno le potenzialità di una pianta molto particolare che riguardano non solo il frutto ma anche i cladodi, i fiori, i semi. Sono convinto che alla produzione del fresco possano in futuro affiancarsi altre utilizzazioni in grado di permettere l'impiego del ficodindia in comparti sinora poco esplorati (biomasse, foraggi, etc.)".

Per contatti: opficodindia.sancono@gmail.com

Autore: DLC per FreshPlaza
Data di pubblicazione: