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Raccolte e confezionate direttamente per ridurre la manipolazione

Buoni prezzi per le nettarine a buccia e polpa gialla

Un frutto molto delicato, ma che può dare soddisfazioni economiche. Questo il giudizio che Gianni Biguzzi, frutticoltore di Cesena, dà sulla varietà Maria Dorata, assimilabile a una percoca, che proprio ieri ha terminato di raccogliere. Abbiamo assaggiato questa nettarina giallo-oro (il colore è simile a una susina cino-giapponese) ed è risultata dolcissima, succosa ma non troppo, di consistenza gradevole.


Gianni Biguzzi nel suo impianto di nettarina gialla.

"Sono frutti delicati – esordisce Biguzzi – che hanno risentito della pioggia di giugno, con conseguenti difetti sull'epidermide. Abbiamo dovuto fare i conti con abbastanza scarto. Occorre manipolare il meno possibile, perciò i frutti, una volta staccati, vengono appoggiati direttamente nei cestini e nell'imballaggio in plastica, identificabile, che poi porto al Mercato all'ingrosso di Cesena. Finora ho venduto abbastanza bene, fra 1,20 e 1,50 il chilogrammo. Considerate le quantità esigue, la Plv non sarà altissima. Ma ormai noi agricoltori pare che dobbiamo accontentarci solo delle briciole".


Nettarine gialle in cestini e cassette

Biguzzi ha 12 ettari di frutteto, più 5 ettari a seminativo. Questi ultimi erano impiantati ma, a causa della crisi delle drupacee e dei costi di produzione sempre più alti, ha dovuto abbattere.

L'agricoltore cesenate è molto conosciuto al Mercato e nella sua zona per il suo spirito battagliero e la sua vis polemica. E, anche in questo caso, non le manda a dire: "Nei giorni scorsi ho letto sul vostro sito – aggiunge Biguzzi – di alcune cooperative che hanno stilato il bilancio 2015. Ed erano contenti. Poi ho parlato con agricoltori miei amici, soci di queste cooperative, e non erano contenti per nulla. Credo che un dirigente dovrebbe essere soddisfatto e mandare comunicati solo se i suoi agricoltori sono altrettanto soddisfatti: altrimenti a cosa serve la cooperazione? Se la coop fa +30%, e l'agricoltore prende 28 centesimi sulle pesche che coltiva, il sistema non può reggersi. In Italia arrivano le pesche spagnole, confezionate e pure belle, a 65 centesimi al chilo. Io, per guadagnarci qualcosa, le devo vendere sopra all'euro a causa dei costi che devo sostenere".



Biguzzi ricorda che un operaio costa 15 euro l'ora, che per essere in regola in azienda ha fatto fare i corsi di formazione a tutti, ha sistemato trattori e attrezzatura, segue le direttive per le certificazioni. Dice che gli agricoltori hanno spese in aumento, con le quote del carburante scontato in calo, e concimi e antiparassitari alle stelle.


Le nettarine nell'imballo del Mercato di Cesena

"E' sempre più difficile pagare i debiti quando vendi le pesche a qualche decina di centesimi al chilogrammo. Io ho abbattuto 5 ettari di frutteti perché non reggevo il costo della manodopera e adesso raccolgo da solo, quando possibile. Ma così si sono persi posti di lavoro, e anche lo Stato ha intascato meno tasse. Credo che i nostri governanti - conclude Biguzzi - non abbiano le idee ben chiare sul come fare per mandare avanti un settore così importante. L'agricoltura sarebbe un volano utile a tutti; invece ci trattano come un peso morto".