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"Embargo russo, Cia: finalmente non siamo piu' soli nella "battaglia", urgente risoluzione diplomatica"

"L'embargo russo continuerà a pesare sulle spalle delle nostre imprese agricole per i prossimi due anni, senza esserne la causa né il motivo". Lo afferma il presidente nazionale della Cia-Agricoltori Italiani, Dino Scanavino, dopo la firma del presidente Vladimir Putin del decreto che estende alla fine del 2017 l'embargo sui prodotti agroalimentari dell'Unione europea (cfr. articolo correlato).

"E' ormai dall'agosto del 2014, data d'inizio del blocco da parte di Mosca, che sottolineiamo la drammaticità delle conseguenze di una crisi diplomatica che vede, ingiustificatamente, gli agricoltori tra i principali soggetti economici penalizzati - spiega Scanavino - Dal suo avvio e fino alla fine dello scorso anno, tra frutta, verdura, carni e prodotti lattieri, l'embargo è costato agli agricoltori italiani 355 milioni di euro e le esportazioni, verso un mercato fino a qualche tempo fa strategico, si sono dimezzate".

"In questi due anni, la Cia è stata sempre in prima linea nel manifestare il suo dissenso sia verso la mancanza di soluzioni diplomatiche per la riapertura commerciale sia verso le misure messe in campo per arginare la crisi. Una serie di iniziative, culminate con la mobilitazione nazionale del 5 maggio che ha visto migliaia di agricoltori protestare nelle principali piazze italiane".

"Finalmente - osserva Scanavino - nella nostra battaglia non siamo più soli e anche il ministro Martina, nonché alcuni esponenti del mondo istituzionale, politico e associativo sembrano aver preso coscienza della gravità della situazione. Gli agricoltori italiani ora si augurano che segua un impegno in sede diplomatica per una risoluzione celere e definitiva della crisi".
Data di pubblicazione: