Iscriviti alla nostra newsletter giornaliera e tieniti aggiornato sulle ultime notizie!

Iscriviti Sono già iscritto

State utilizzando un software che blocca le nostre pubblicità (cosiddetto adblocker).

Dato che forniamo le notizie gratuitamente, contiamo sui ricavi dei nostri banner. Vi preghiamo quindi di disabilitare il vostro software di disabilitazione dei banner e di ricaricare la pagina per continuare a utilizzare questo sito.
Grazie!

Clicca qui per una guida alla disattivazione del tuo sistema software che blocca le inserzioni pubblicitarie.

Sign up for our daily Newsletter and stay up to date with all the latest news!

Registrazione I am already a subscriber

Uno sguardo sull'agrumicoltura al di fuori dell'Unione Europea

Nei giorni scorsi (cfr. FreshPlaza del 22/06/2016) avevamo riportato la situazione della stagione agrumicola europea. Ma se nella UE si parla di una riduzione della produzione, al di fuori del vecchio continente cosa sta accadendo? Per rispondere analizziamo i dati riportati dal Cirad (organismo francese di ricerca agronomica), divisi per tipologia di agrume.

In Marocco cresce l'export di easy peeler, che tornano in Europa
Parlando solo di clementine e mandarini, quest'anno la produzione marocchina è stata in linea con quella del 2015; e va notato come ciò sia dovuto anche ai nuovi agrumeti fin qui piantati. Dal 2006 al 2013 sono stati infatti messi a dimora in Marocco 27mila nuovi ettari di agrumi easy peeler (a facile sbucciatura, NdR): 23mila di clementine e 4mila di mandarini, specialmente della varietà Nadorcott.



L'export marocchino di clementine e mandarini è cresciuto, a marzo 2016, del 28%, arrivando a 420mila ton, 90mila in più della passata stagione: è la Russia il maggiore mercato di destinazione, ma si è assistito a un deciso ritorno di mandarini e clementine marocchine nell'Unione Europea. Fino a marzo ne sono arrivate, nei confini comunitari, 160mila ton, il 35% in più della stagione 2014/15. Va notato inoltre come sul finire della campagna agrumicola il Marocco sia stato influenzato dal divieto d'importazione statunitense, che ha bloccato scambi per 20mila ton.

Per quanto riguarda le arance va sottolineato come tra il 2006 e il 2013 siano stati piantati circa 10mila nuovi ettari di agrumeti: 2.500 di Maroc Late, 3.800 di Navel e 4mila di Navel tardive.



Turchia: si punta sulle Navel tardive
Quest'anno la produzione turca di pompelmi è stata in linea con quella dell'anno precedente. L'export è aumentato del 24%, soprattutto verso l'Europa (+16%). Questo è un dato particolare se si considera che i pompelmi sono uno dei pochi prodotti freschi che non sono stati colpiti dall'embargo russo. Per il futuro si prospetta un ridimensionamento della capacità produttiva turca di pompelmo, con un importante, per quanto non quantificato, sradicamento dei frutteti a causa degli scarsi risultati economici che questa coltura ha dato negli ultimi anni.

Sul fronte delle arance va invece notato come (fonte USDA) dal 2010 a oggi siano stati piantati 3mila nuovi ettari di agrumeti, e in particolare di Navel tardive.

Egitto: crescono le piantumazioni in aree desertiche
Per le arance egiziane questa è stata una buona annata, sia sul fronte dei prezzi che dei volumi. Da quest'ultimo punto di vista va rilevato come la produzione di questa campagna sia stata inferiore rispetto alla precedente dell'8%, ma come comunque l'Egitto sia rimasto su importanti livelli produttivi.

Quest'anno sono stati prodotti 2,3 milioni di ton di arance. Buona la domanda da parte della Russia, mentre è in Europa che l'export dell'Egitto è cresciuto di più, di 40mila ton, cioè un +45% rispetto alla stagione 2014/15.



Infine una considerazione sul futuro dell'agrumicoltura in Egitto: nelle aree desertiche ci sono state molte nuove piantumazioni di Navel e nel medio termine il paese potrà arrivare a una produzione di 3,5 milioni di ton.

Israele: ancora inespresse le potenzialità dei nuovi impianti di Orri
L'export di clementine e mandarini israeliani è calato di circa il 5% e sono stati segnalati diversi problemi qualitativi. Tuttavia va notato come in Israele, tra il 2005 e il 2010, siano stati piantati 5mila ettari di Orri; impianti giovani che non hanno ancora rivelato tutto il loro potenziale produttivo di 200mila ton.

Ma se in Israele si punta sulla varietà Orri con nuovi agrumeti, viceversa sta accadendo per il settore israeliano del pompelmo; quest'anno la produzione è diminuita del 10% e si sta procedendo a un progressivo sradicamento delle piante: all'inizio del 2010 c'erano 2.800 ettari di pompelmi pigmentati, oggi ne rimangono 1.500.

La Florida del pompelmo vede nero
Molto più di Israele è però la Florida (USA) a preoccuparsi per il futuro della propria produzione di pompelmo. Quest'anno la Florida ha esportato in Europa mano di 2 milioni di casse da 17 kg di pompelmi, contro i 2,3 milioni della passata stagione e i più di 6 milioni di prima che arrivasse il citrus greening.



Proprio la malattia è la causa principale del declino della produzione di pompelmo nello stato americano. Oggi la produzione è di 2 volte più bassa di 7 anni fa e addirittura 4 volte più bassa dell'epoca pre-malattia. Oltre ai noti problemi qualitativi la malattia ha anche portato a un progressivo aumento dei costi di produzione, aumenti che per molti sono arrivati a livelli insostenibili se si pensa che sono raddoppiati rispetto a quando la malattia non era presente.

Volano le arance greche

Pur non essendo un paese extra-UE, in chiusura merita qualche cenno anche la stagione agrumicola greca, che quest'anno si è ripresa dalla scarsa produzione del 2014/15, con una produzione complessiva di 930mila ton, cioè un +8% rispetto alla passata stagione e +1% rispetto alla media degli ultimi anni.



L'export delle arance greche è decisamente cresciuto, specie durante la seconda parte della stagione agrumicola. A marzo l'export di verso paesi dell'Unione Europea era aumentato del 23% rispetto all'anno prima, con un +50mila ton.

Rielaborazione FreshPlaza su dati Cirad.