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USDA: rapporto sul commercio mondiale delle mele

Il Servizio agricolo estero del dipartimento americano dell'agricoltura (USDA) ha pubblicato il suo ultimo rapporto biennale sui mercati e il commercio mondiale di mele, pere e uva da tavola. Il rapporto comprende dati su commercio, produzione, consumo e scorte statunitensi e globali, oltre alle analisi degli sviluppi che stanno condizionando il commercio mondiale delle mele.

Secondo il rapporto, nell'anno commerciale 2015/16 la produzione mondiale di mele dovrebbe aumentare leggermente rispetto all'anno scorso, a 76,9 milioni di tonnellate, con una produzione maggiore in Cina largamente compensata dalla bassa produzione registrata negli USA e nell'Unione Europea (UE). Il commercio mondiale dovrebbe diminuire a causa di una contrazione della domanda da Bielorussia, Messico e Russia.

La produzione della Cina continua ad aumentare, con 2,1 milioni di ton in più fino ad un volume di 43 milioni di ton grazie a una superficie coltivata maggiore e al clima favorevole. Si stima che le esportazioni aumenteranno di 400mila ton fino a 1,2 milioni di ton grazie all'incremento delle spedizioni verso i mercati asiatici, in particolare Bangladesh e Thailandia, dove il miglioramento delle pratiche produttive continua a supportare la competitività.

La produzione UE dovrebbe diminuire di 1,4 milioni di ton a 12,2 milioni, principalmente a causa di una produzione inferiore in Polonia, Ungheria e Italia. E' previsto che le esportazioni diminuiranno di 220mila ton a 1,6 milioni per via di spedizioni inferiori verso Est Europa, Nord Africa e Medio Oriente. In aggiunta, la Russia continua il suo embargo sulle mele UE. Le importazioni sono aumentate grazie a una richiesta più forte da Macedonia e Serbia e sono stimate a 485mila ton.

Le previsioni di produzione degli Stati Uniti parlano di una riduzione di oltre 500mila ton, fino a 4,6 milioni di ton a causa di un clima sfavorevole in tutte le zone di produzione. Le esportazioni dovrebbero diminuire al livello minimo degli ultimi 6 anni, con un calo di 256mila ton fino a 780mila ton a causa di spedizioni inferiori in Messico, India e nella maggior parte dei mercati statunitensi. A gennaio 2016 il Messico aveva implementato dazi antidumping (AD) che variavanono dal 2,44% al 20,82% sulla maggior parte delle mele USA. L'8 giugno 2016 sono stati revocati, ma senza dubbio l'indagine ha rallentato il commercio.

Esportazioni USA di mele in calo nella maggior parte dei mercati


Il consumo statunitense dovrebbe rimanere stabile a 2,6 milioni di ton mentre le maggiori spedizioni dal Cile incrementeranno l'import USA di mele a 175mila ton, sostituendo parzialmente la perdita della produzione domestica.

Secondo le stime la produzione della Russia resterà ferma a 1,4 milioni di ton, su una superficie coltivata stabile e con condizioni normali di produzione. Le importazioni continueranno il loro declino a causa di spedizioni inferiori da Bielorussia e il protrarsi dell'embargo sulle mele UE. Nonostante questi continui rallentamenti, la Russia resta il principale importatore di mele con 725mila ton.

La produzione del Cile resterà stabile a 1,2 milioni di ton. I produttori continuano a convertirsi a colture più redditizie oltre che a passare a varietà con rese più elevate nei frutteti rimanenti.

La produzione del Messico registrerà un calo di 17mila ton, fino a raggiungere 700.000 ton, a causa dell'impatto del maltempo su resa e qualità. Le importazioni diminuiranno di quasi 100mila ton fino a 215mila a causa della riduzione dell'import dagli USA dovuto ai dazi antidumping messicani.

Le previsioni parlano di una leggera contrazione della produzione argentina a 640mila ton dovuta alle grandinate che hanno influenzato quantità e qualità e di una superficie coltivata in continua flessione per problemi legati alla manodopera e all'aumento dei costi di produzione. Le esportazioni resteranno stabili a 105mila ton.

Le esportazioni di mele della Nuova Zelanda guidate da una produzione più elevata


Al contrario delle stime che parlavano di un anno di scarsa produzione, il prodotto neozelandese resterà stabile a 548mila ton dal momento che la massiccia fioritura è stata seguita da eccellenti condizioni di coltivazione. Le esportazioni dovrebbero raggiungere il livello più alto degli ultimi 10 anni, a 346mila ton, mentre il Paese continua a spostare la sua attenzione dall'Europa all'Asia.

La produzione sudafricana resterà stabile a 930mila ton dato che gli effetti della siccità sono stati compensati da un maggiore areale. L'export dovrebbe aumentare leggermente a 473mila ton.

Infine, la produzione della Turchia dovrebbe riprendersi dai danni causati dalla grandine registrati l'anno scorso, incrementando di 451mila ton fino a 2,7 milioni di ton. Le esportazioni sono diminuite di 42mila ton fino a 86mila ton a causa di esportazioni minori verso l'Iraq.
Data di pubblicazione: