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USDA: ultimi dati sul commercio mondiale di uva da tavola

Secondo l'ultimo rapporto biennale pubblicato dal Servizio agricolo estero del dipartimento americano dell'agricoltura (USDA) su mele, pere e uva da tavola, la produzione mondiale di quest'ultima referenza aumenterà leggermente a 21 milioni di tonnellate dato che la crescita continua di quella cinese è prevalentemente compensata dal calo in Turchia e Cile. Il commercio globale dovrebbe contrarsi leggermente a causa di importazioni più basse da Cile, Turchia e Stati Uniti che sono state solo in parte compensate dalle esportazioni record della Cina.

La produzione della Cina dovrebbe aumentare di 800mila ton fino a 9,6 milioni grazie a una maggiore superficie coltivata e a condizioni di coltivazione favorevoli. Si prevede che l'export aumenterà del 76%, vale a dire di 97mila ton, fino alla cifra record di 224mila ton per via di spedizioni maggiori in Thailandia e Vietnam. Le importazioni dovrebbero diminuire leggermente a 217mila ton a causa di partite più limitate da Stati Uniti e Perù.

Flessione per i principali esportatori di uva mentre la Cina arriva a un nuovo record


La produzione della Turchia dovrebbe diminuire di 345mila ton, a 2 milioni, a causa di gelate primaverili registratesi nelle principali zone di coltivazione nell'area occidentale del Paese. Secondo le previsioni, le esportazioni diminuiranno di 82mila ton, fino a 175mila, a causa di spedizioni minori in UE oltre che in Russia, il mercato principale, dove il primo gennaio 2016 è scattato un embargo su alcune importazioni turche.

Si stima che la produzione dell'Unione europea aumenterà di 49mila ton, fino a 1,7 milioni grazie a una maggiore resa della Spagna. Le esportazioni dovrebbero diminuire di 14mila ton, fino a 87mila, dal momento che i mercati alternativi non sono riusciti a compensare la quota persa in Russia, dove continua l'embargo sulle uve comunitarie. Le importazioni diminuiranno di 18mila ton, fino a 585mila.

Negli Stati Uniti, la produzione aumenterà leggermente a 984mila ton, nonostante le preoccupazioni legate alla siccità registrata nel principale stato produttore, la California. I dati commerciali finali mostrano esportazioni in calo di 60mila ton, a 329mila, a causa di minori spedizioni verso i mercati principali. Le importazioni sono diminuite di 17mila ton fino a 530mila, per via della più bassa disponibilità di prodotto cileno. Ad essere influenzato da tutti questi fattori sarà il consumo che dovrebbe raggiungere la cifra record di 1,2 milioni di ton.

Secondo le stime, la produzione del Perù aumenterà leggermente a 510mila ton grazie ai nuovi impianti in maturazione. Le esportazioni subiranno un lieve calo a 295mila ton a causa della competizione del Cile in mercati chiave come Cina e Hong Kong.

Si stima che la produzione e le esportazioni del Cile diminuiranno di quasi 100mila ton fino a 840mila e 660mila, rispettivamente, riflettendo ancora gli effetti dell'anno scorso relativi all'inondazione di marzo e alla neve di luglio.

La produzione della Russia dovrebbe diminuire fino a 90mila ton a causa di perdite nei vigneti commerciali e privati. Le importazioni tenderanno a diminuire di 51mila ton fino a 250mila, per via del calo nel potere d'acquisto dei consumatori, la flessione nei consumi e l'incapacità di sostituire le uve boicottate da UE e Turchia.

Argentina: le esportazioni di uva continuano il loro trend al ribasso


La produzione dell'Argentina dovrebbe diminuire della metà fino a 60mila ton, principalmente a causa del fatto che l'uva da tavola è trasformata in uva passa. Dopo la modesta ripresa dell'anno scorso, le esportazioni dovrebbero diminuire ancora, perdendo 9mila ton raggiungendo appena 11mila ton.
Data di pubblicazione: