Quali conseguenze per il commercio ortofrutticolo in caso di una Brexit?
Una ricerca condotta dall'agenzia assicurativa Atradius, l'associazione d'export Fenedex e l'associazione delle imprese EVO, mostra che due terzi degli esportatori olandesi ritiene che il Regno Unito resterà nell'UE. Secondo i commercianti, se il Regno Unito dovesse uscire dall'UE ci sarebbero sicuramente delle conseguenze. Johan Vrijland e Alain Tulnip espongono la loro visione circa le possibili conseguenze per il commercio ortofrutticolo.
Johan Vrijland: con la Brexit si avrebbe una specie di "seconda Norvegia"
"Non penso che il Regno Unito abbandonerà l'UE, ma non si può certo escludere totalmente - ha affermato l'esportatore di verdure Johan Vrijland della JNV Produce Marketing - Il mercato finanziario ha già anticipato la possibile Brexit e nei mesi scorsi questo ha avuto un impatto importante sul tasso di cambio della sterlina inglese. Anche l'omicidio della deputata Jo Cox di qualche giorno fa ha avuto un impatto diretto sul tasso di cambio".
Johan ha continuato: "Resta il fatto che l'Inghilterra era, è e rimarrà un Paese importatore. Anche in caso di un'uscita dalla UE, dovrà comunque continuare a importare frutta e verdura pur dovendo procedere con nuove modalità di commercio. Si avrebbe una specie di "seconda Norvegia", paese verso il quale i Paesi Bassi esportano regolarmente. In principio, il flusso degli scambi assumerà un andamento instabile, ma senza dubbio riuscirà comunque a ritrovare un suo equilibrio".
"Una conseguenza decisamente sicura in caso di Brexit sarà la diminuzione del tasso di cambio della Sterlina e questo farà aumentare i prezzi dei prodotti d'importazione, scatenando una piccola crisi in Inghilterra, perché i prodotti importati avranno un prezzo maggiore. I supermercati manterranno invariati i prezzi di vendita al dettaglio. Mi aspetto che ci si concentrerà maggiormente su un prodotto di qualità inferiore, cosa che sta già succedendo a causa dei discount e che continuerà a peggiorare dopo un'eventuale Brexit".
Alain Tulpin: conseguenze minime per il commercio ortofrutticolo
Secondo Alain Tulpin del Tulpin Group, non ci sono dubbi che un'eventuale Brexit avrebbe un impatto, ma sarà avvertito poco in ambito commerciale.
"Ci saranno cambiamenti soprattutto a livello operativo. Per quanto riguarda la frutta e verdura le cose sono abbastanza chiare: da ottobre a maggio l'Inghilterra non avrà rape e patate da mangiare. Tutto sommato le conseguenze per il commercio ortofrutticolo saranno minime. Si sta drammatizzando troppo e non dovremmo alimentare la cosa. Ho chiesto in giro ai miei clienti e mi hanno confermato che continueranno a importare come fanno ora".
Tulpin ha un'esperienza pluriennale di commercio con l'Inghilterra. Tulpin: "Per quanto riguarda la dogana, in caso di Brexit torneremo indietro di 20 anni. Secondo la normativa europea, per quanto riguarda le fragole egiziane una su dieci viene testata contro i pesticidi. Come si procederà in caso di Brexit? Sono molte le domande che ancora non hanno risposta, quindi bisognerà indagare. Se il Paese decide per l'uscita dall'UE, le dogane del tunnel sotto la Manica potrebbero essere spostate a Dover. Dalla parte della Francia c'è abbastanza spazio per i camion, mentre nel terminal Eurotunnel di Folkestone non è questo il caso. L'Inghilterra dovrà quindi predisporre molti parcheggi e infrastrutture per la dogana, l'Ufficio di Controllo Qualità e gli agenti doganali. Anche il problema migranti genererà ulteriori grattacapi e l'Europa non sarà più lì ad aiutare".
Egli ha aggiunto che le conseguenze non si avvertiranno immediatamente in caso di Brexit. "Le norme non possono essere emesse dal giorno alla notte, serviranno almeno due anni. Il commercio ovviamente procederà come di consueto dato che i britannici continueranno a consumare i prodotti dell'Europa. Tulpin ora capisce anche la decisione del Regno Unito di rimanere fuori dall'Euro. "Se avessero aderito, l'eventuale Brexit avrebbe avuto un impatto ben maggiore".
Reazioni dal Regno Unito
L'importatore inglese Rob Cullum di Pacific Produce ritiene che per il momento è meglio restare nell'UE. "Le conseguenze di una Brexit sul lungo termine non possono essere stimate. L'UE ha seri problemi da affrontare. Molto probabilmente, per molti Paesi sarebbe meglio uscire ed è necessaria una riforma dell'UE. Se il 51% voterà sì, il segnale sarà chiaro".
Ian Reid (Redfox) si aspetta problemi per i cacciatori di teste. Le aziende del Regno Unito non assumeranno più nessuno, perché tutti aspetteranno che le acque si calmino. Tuttavia, resterà una carenza di personale preparato (dirigenti). Cullum non prevede che i dipendenti stranieri (come i raccoglitori polacchi di frutta) non potranno più lavorare nel Regno Unito. "Questo significherebbe un disastro per il settore".
Autori: Gertrude Snoei en Izak Heijboer
Fonte: www.agf.nl
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