L'agricoltura italiana sara' salvata dalle donne
Lo si evince anche leggendo il volume dal titolo "Singolare, femminile, rurale", una pubblicazione voluta dall'Inea (Istituto nazionale di economia agraria) che le autrici Maria Carmela Macrì e Manuela Scornaienghi hanno presentato nei mesi scorsi anche in Romagna, grazie al supporto del Cedra (Centro di divulgazione del settore agroalimentare) coordinato da Maria Severina Liberati, docente presso il Campus degli alimenti di Cesena, Università di Bologna.
Tante le storie di donne che stanno costruendo un futuro per l'agricoltura nazionale. Fra queste, Marinella Malgeri (foto sotto), la protagonista di un'esperienza imprenditoriale. "Sono 17 anni che mi occupo dell'azienda e cerco sempre di migliorarla", racconta la signora Marinella, la cui impresa agricola di complessivi 25 ettari ubicati nel comune di Bova Marina e aree limitrofe produce, con metodo biologico certificato bergamotto, arance e olive. "Al bergamotto sono dedicati per il momento sei ettari, ma ho presentato una richiesta per realizzare nuovi impianti utilizzando aree precedentemente seminate a grano, essendo quest'ultimo scarsamente redditizio".
Nella disparità di genere, il settore agricolo non fa eccezione. "Secondo quanto emerso dal 6° Censimento dell'agricoltura – si legge nell'introduzione del volume - le aziende condotte da donne sono circa il 31% del totale di quelle censite (1.620.884).
Va detto che la tenuta delle aziende al femminile sembra essere superiore, poiché, in presenza di una generale i riduzione del numero delle imprese agricole italiane (-32%), quelle a conduzione femminile risultano diminuite di meno, di conseguenza la loro incidenza è leggermente aumentata rispetto al precedente censimento.
Guardando invece alle caratteristiche strutturali, sempre dalla stessa fonte si evince che la dimensione media è molto contenuta (pari a circa 5 ha), inferiore a quella nazionale (7,9 ha), già inadeguata alle sfide competitive generate da un mercato comune dove la media europea supera i 20 ettari. Sebbene problema comune, dunque, la prima e maggiore difficoltà che affligge l'imprenditoria agricola femminile sembra essere, dunque, l'accesso alla terra.
La presentazione del libro a Cesena.
Altra esperienza originale riportata nel libro è quella di Antonina Botta che, in comune di Alice Superiore (Torino), coltiva piante officinali e aromatiche destinate per lo più alla produzione di "fitodetergenti" o "agridetergenti" per l'igiene e la pulizia della casa. L'azienda produce, con metodo biologico certificato, piante officinali e aromatiche per la realizzazione di detersivi di derivazione vegetale, ma è attiva anche in altri settori: è, infatti, fattoria didattica e sede dell'associazione "Perlacqua", impegnata nella tutela e delle acque.