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Protocollo fitosanitario Italia-Cina sugli agrumi: a che punto siamo?

Dopo il completamento, a fine 2015, delle visite in Basilicata, Calabria e Sicilia da parte degli esperti dell'Organismo di Ispezione e Quarantena Cinese (AQSIQ), FreshPlaza ha interpellato il dott. Rosario D'Anna del Servizio fitosanitario della Regione Sicilia per comprendere a che punto si è con le procedure per consentire l'esportazione di agrumi italiani, incluse le arance rosse siciliane, verso la Cina.



Il funzionario ci riferisce che, a seguito delle visite ispettive cinesi, il protocollo di massima sui requisiti fitosanitari per l'esportazione di agrumi freschi dall'Italia alla Cina è stato approvato da entrambe le parti agli inizi di gennaio 2016. Tuttavia, sono stati richiesti - dalla controparte cinese - ulteriori accertamenti e indagini relativamente alla presenza, negli areali italiani, di potenziali patogeni e parassiti nocivi da quarantena.

In particolare, l'AQSIQ ha richiesto ai servizi fitosanitari italiani di comprovare l'indennità degli agrumeti dalla presenza di:
  1. Tignola delle carrube (Apomyelois ceratoniae).
  2. Coleottero Pantomorus cervinus.
  3. Fungo del ma lsecco del limone (Phoma tracheiphila).
  4. Fungo fitopatogeno degli agrumi (Septoria citri).
  5. Marciume bruno degli agrumi (Phytophthora hibernalis e Phytophthora syringae).
L'eventuale rilevamento di una di queste problematiche nelle future esportazioni di arance bionde e rosse, nonché limoni freschi verso la Cina comporterà il respingimento o la distruzione dei carichi e all'annullamento dell'idoneità all'esportazione del luogo/azienda d'esportazione.

In caso invece di futuro rilevamento della minaccia considerata di maggior rilievo, ossia il rilevamento di esemplari vivi di mosca mediterranea della frutta (Ceratitis capitata), non soltanto la Cina procederà al respingimento/distruzione del carico, ma anche alla sospensione dell'intero programma di commercializzazione.

Proprio al fine di scongiurare questo rischio, il protocollo fitosanitario concordato tra i due Paesi prevede tre possibili cold treatment (trattamenti a freddo) della merce in transito:
  • 1,1 °C o meno, per non meno di 15 gg consecutivi oppure
  • 1,7 °C o meno, per non meno di 17 gg consecutivi oppure
  • 2,1 °C o meno, per non meno di 21 gg consecutivi

Il dott. D'Anna commenta: "Il cold treatment richiesto ricalca sostanzialmente quanto previsto dalla normativa fitosanitaria statunitense e risulta più articolato di quello previsto dal Giappone. Entro il prossimo novembre, una volta conclusi gli ulteriori accertamenti richiesti dalla controparte cinese, l'Italia dovrà stilare un programma preliminare di esportazione. La Cina potrà allora autorizzare all'esportazione soltanto alcune aziende oppure tutte. Auspichiamo di poter effettuare un carico di prova già nella prossima stagione agrumicola 2016/17".