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Di Leonello Vesentini

Ripensare la leadership: quando la gerarchia non e' piu' una risorsa, ma un limite

Il leader, spesso, viene identificato come il condottiero che si lancia in battaglia in testa al proprio esercito. Una prima analisi esalta l'elemento della forza, che porta a concludere che il miglior guerriero possa diventare un buon condottiero.

E' invece importante un altro aspetto, quello del sacrificio. Essere in prima linea significa mettere in gioco la propria incolumità, fisica e psicologica, perchè si ritiene che la causa vada oltre la somma degli interessi dei singoli. Quando la prima motivazione della leadership è il donarsi, il mettersi al servizio, chi sta intorno non può rimanere indifferente e inevitabilmente si farà contagiare da questo atto di gratuità.

Una leadership che fa leva sull'empatia è inclusiva e lavora sull'ascolto e sulla condivisione della conoscenza, citando Jack Welch (ex-CEO della General Electric): "Non sono mai stato il ragazzo più intelligente nella stanza. Dalla prima persona che ho assunto, non sono mai stato la persona più intelligente nella stanza. Ed è un grande affare. Sei hai intenzione di essere un leader - se sei un leader e sei il ragazzo più intelligente del mondo - nella stanza avrai reali problemi".



Oggi si parla di Quarta Rivoluzione Industriale; un mutamento epocale di paradigma nel quale la velocità è diventata il fattore critico di successo. Velocità di analisi, di scelta, di organizzazione e di esecuzione. Per l'uomo solo al comando rischia di diventare fisiologicamente impossibile e la gerarchia non è più una risorsa, ma un limite. Perché il tempo di gestione e comunicazione all'interno dei vari livelli organizzativi diventano inefficienza pura.

Più i cambiamenti sono repentini, più le risposte devono essere veloci, più l'organizzazione si appiattisce e con essa la leadership, che da piramidale diventa diffusa.

Cambia anche la figura del manager. Non più il decisionista, il capobranco. Ma l'empatico, il coinvolgente e l'inclusivo. Consapevole che la conoscenza sta dappertutto all'interno della comunità e che, per dare risposte veloci, è necessario metterla in circolo. Si genererà, quindi, un senso di squadra e uno stile comune che il mercato non mancherà di percepire e di riconoscere come identità chiara e forte.

Un manager che fa crescere le organizzazioni, che fa diventare il risultato frutto di una cultura aziendale. Ha ragione Welch. Essere il ragazzo più intelligente della stanza diventerebbe un limite. L'importante è che ad essere più intelligente sia la stanza.

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Leonello Vesentini, Esperto di STRATEGIA AZIENDALE in settori maturi, si occupa di consolidare e rilanciare i MODELLI DI BUSINESS di aziende che operano in settori con pochi margini e tanta concorrenza. Ha collaborato allo start-up della rete di VENDITA indiretta di TelecomItalia, e ha esperienza di MARKETING nella GDO e nella gestione di attività straordinarie di start-up e passaggi generazionali. La sua ultima sfida è il riassetto di un ramo d'azienda in una delle principali realtà del settore agroalimentare italiano. Scrivi a Leonello su: leovesentini@tin.it
Data di pubblicazione: