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Road to Quality apre a tutta la filiera: integrare sulla strada verso un'orticoltura moderna

Si è svolta a Roma lo scorso 23 maggio 2016 l'assemblea generale del Road to Quality (RtQ), un progetto che riunisce sotto lo stesso marchio e con l'obiettivo condiviso di valorizzare le produzioni di qualità, aziende vivaistiche e ditte sementiere che operano nel settore orticolo professionale.

I partecipanti hanno concordato che è proprio la qualità l'ingrediente imprescindibile per il conseguimento di buoni risultati economici in un mercato sempre più globalizzato. Infatti, il processo di liberalizzazione degli scambi commerciali che negli ultimi 20 anni ha scandito i momenti più importanti dell'evoluzione dei mercati nazionali, ha determinato un forte aumento e un'elevata diversificazione dei competitor emergenti. La prima conseguenza è che le produzioni italiane devono confrontarsi con quelle provenienti da paesi molto distanti dal nostro, non solo in termini spaziali ma anche e soprattutto normativi e sociali, dove i costi di realizzazione sono significativamente più bassi.



Dall'assemblea è emerso chiaramente che la strada verso la qualità passa dall'innovazione e dalla tracciabilità. Il primo concetto, importante per le imprese di qualsiasi settore ed essenziale per quello orticolo, è tradotto in realtà dalle ditte sementiere che investono quote rilevanti dei loro fatturati in ricerca e sviluppo, allo scopo di selezionare nuove varietà capaci di incrementare le rese, la resistenza a malattie e stress abiotici nonché di captare le preferenze dei consumatori. Il secondo concetto è invece messo in pratica dal disciplinare di produzione al quale gli aderenti al progetto sono tenuti ad adeguarsi.

I sistemi di tracciabilità che da tempo occupano un ruolo rilevante nelle politiche di sicurezza alimentare, nell'Unione Europea obbediscono sia a regolamentazione pubblica, attraverso il regolamento (CE) n. 178/2002, sia a standard privati. Tuttavia, rispetto alla situazione attuale i coordinatori del progetto fanno notare che il RtQ ha introdotto un elemento di grande novità, vale a dire la tracciabilità del materiale da riproduzione (semi e piantine) che fino ad oggi è stato escluso dai sistemi vigenti. Eppure per gli addetti ai lavori è impensabile ottenere una coltura di qualità a partire da materiale poco resistente a malattie e infestanti o non conforme alle leggi.



Un aspetto ulteriore da sottolineare è che il Road to Quality apre agli attori a valle della filiera, come agricoltori e industria di trasformazione (in particolare IV gamma), intenzionati a sposare una strategia basata sulla qualità dei prodotti e dei processi produttivi. Ad ogni modo, tutti gli operatori interessati alla differenziazione del prodotto, all'integrazione di filiera e di conseguenza a rendere più trasparenti ed efficienti i flussi da monte a valle, possono aderire a questo progetto che sta tentando di svecchiare l'immagine di un settore dipinto spesso come retrogrado e fonte di atteggiamenti illegali. Invece il settore contiene, per la maggior parte, competenze e professionalità elevate e si muove in contesti di legalità e con grande attenzione alla salubrità dei prodotti e conseguentemente alla salute dei consumatori.
Data di pubblicazione: