Il kiwi italiano piace sempre di piu' in Cina
"Per Naturitalia – riferisce Renella – la campagna di commercializzazione è terminata. Abbiamo movimentato fra le 13mila e le 15mila tonnellate di kiwi Hayward e circa 6mila di kiwi giallo Jingold. Se noi abbiamo finito il prodotto, so che altri gruppi italiani ne hanno ancora un po' e probabilmente la commercializzazione proseguirà fino a metà giugno. Per quanto riguarda la nostra realtà, il mercato interno assorbe il 40% della produzione, mentre il restante 60% va all'estero".
Augusto Renella
Il prodotto è risultato quantitativamente maggiore rispetto alla campagna precedente, con calibri mediamente più piccoli. Sia in conservazione che in commercializzazione la qualità è stata elevata. I prezzi sono stati discreti fino a metà campagna, poi sono calati. I calibri piccoli hanno avuto qualche difficoltà di collocamento a causa della mancanza del mercato russo che, negli anni passati, assorbiva queste partite.
Sul fronte estero Germania, Francia, Svizzera e paesi scandinavi sono alcuni fra i mercati di riferimento per Naturitalia. Ma si registra una crescita anche in Oriente. "Ad Hong Kong – aggiunge il responsabile – stiamo operando con soddisfazione. La domanda è buona e abbiamo selezionato delle catene di distribuzione serie che chiedono prodotto di elevata qualità. In genere abbiniamo l'Hayward al giallo. I container impiegano dai 34 ai 40 giorni per giungere a destinazione".
Vi è poi l'immenso mercato della Cina, dove Naturitalia è presente, specie a Shanghai, città che conta oltre 40 milioni di abitanti. "Il kiwi italiano piace in Cina, è gradito da fasce di consumatori di livello medio-alto. Viene percepito come prodotto più sicuro e di qualità maggiore. Per qualcuno può essere addirittura uno status symbol". Dall'altra parte del globo, Naturitalia è riuscita a realizzare vendite anche negli Stati Uniti e in Sud America.
Circa i nuovi competitori, Renella dice che occorre fare attenzione alla Grecia. "Dispone ancora di quantitativi limitati, però le prospettive sono di crescita. In genere è più presente con il suo prodotto a inizio campagna; quest'anno invece è arrivata in ritardo, andando a sovrapporsi proprio nel momento di maggiore pressione".
La prospettiva italiana per i prossimi anni è di volumi in crescita: "Non essendoci un'aggregazione dell'offerta, se non in minima parte, ognuno segue le proprie strategie e il rischio è che, fra qualche anno, l'attuale equilibrio fra domanda e offerta vada a spostarsi verso il surplus sul fronte dell'offerta. Occorrerà sempre di più trovare sbocchi all'estero".